Continua il coro di no nei confronto della realizzazione del biodigestore in contrada San Salvatore di Force.
A sbilanciarsi, stavolta, il coordinamento delle province di Ascoli e Fermo del gruppo Dipende da Noi
«Il biodigestore progettato è assolutamente estraneo alle esigenze delle comunità che abitano e producono nella Valle dell’Aso e pertanto va fermato.
Al di la della tecnologia dell’impianto, le sue dimensioni decisamente sovradimensionate rispetto alla produzione di rifiuti organici e potature dell’intero bacino ascolano e fermano, definiscono la sua natura di investimento industriale di carattere meramente speculativo.
Per non parlare delle dimensioni dei fabbricati progettati, decisamente impattanti e tali da determinare un rilevante consumo di suolo in un contesto che sul valore paesaggistico integrato alle attività agricole ed al diffuso patrimonio storico ed architettonico basa il proprio progetto di futuro.
La stessa dislocazione, lontana decine di chilometri dalle arterie di comunicazione da cui dovrebbero provenire quotidianamente decine di camion carichi di rifiuti da trattare ne tradiscono l’esclusivo fine speculativo.
Un fine assolutamente avulso da qualsiasi pianificazione di bacino necessaria per una corretta gestione dei rifiuti e dell’ambiente che gli enti territoriali che si accingerebbero ad autorizzarlo (nel caso specifico la Provincia di Ascoli Piceno) dovrebbero adottare.
Tanto è vero che nelle due province interessate sono in fase di approvazione e realizzazione altri tre impianti analoghi in prossimità delle discariche “pubbliche” attualmente funzionanti.
Ma l’aspetto più inquietante della vicenda è l’assoluta mancanza di trasparenza che ha caratterizzato l’iter di autorizzazione del progetto nel quale a distanza di due anni dal suo avvio non sono stati coinvolti neppure i Comuni sui quali dovrebbero ricadere le emissioni dell’impianto né tantomeno i cittadini della valle. Un difetto di democrazia imperdonabile su una materia strategica come quella dei rifiuti, che proprio nella gestione condivisa trova un’opportunità per la responsabilizzazione e l’impegno dei cittadini e delle cittadine nella loro riduzione e nella valorizzazione delle materie prime in essi contenute.
Per tutte queste ragioni il movimento di impegno civile Dipende da Noi sostiene la lotta delle associazioni e dei sindaci dei Comuni della Valdaso e si impegna per il successo della petizione popolare lanciata per fermare questo dannoso progetto».
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