Da un nostro lettore, infermiere all’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, risultato positivo al covid come tutta la sua famiglia (anche la moglie è infermiera), riceviamo e pubblichiamo:
«Iniziò tutto con dolori muscolari, febbre, tosse e mal di gola. Nonostante il periodo covid, non credevamo fossimo stati coinvolti, ma la convinzione durò poche ore. Tutti sintomi che mano a mano presero il sopravvento dove ognuno noi ebbe la propria parte di sintomi. L’anosmia comparse dopo qualche giorno. Io 56 anni, mia moglie 52 , le figlie 23 e 21, la nonna 96.
Positivi al covid 5 su 5.
Io infermiere in servizio in prima linea al Pronto Soccorso, mia moglie infermiera in servizio presso Oncologia, le figlie ambedue studentesse, la nonna veterana di vita.
Appena giunti i risultati di laboratorio immediatamente siamo stati sottoposti a quarantena, giustamente, e, contestualmente, sono iniziate le dovute terapie.
Senza nascondere un po’ di smarrimento, dopo aver appreso la notizia delle 5 positività, sottoposti a quarantena e tutti chiusi in casa, ci siamo fatti forza.
La paura che la situazione potesse aggravarsi era sempre dietro l’angolo, giorno e notte, soprattutto nei primi dieci giorni, in cui la situazione generalmente si risolve, o precipita.
Osservata speciale la nonna, la più fragile, tra alti e bassi.
Difficile da descrivere gli effetti dell’isolamento sociale, dove dipende da tutto e da tutti, mitigato per fortuna da quelle anime sante che non ci hanno fatto mai sentire soli.
Ci si rende anche conto che la burocrazia del mondo esterno non è stata coordinata all’evenienza covid dove ti vengono richieste firme che mai potrai apporre, per ovvii motivi, e non c’e pec che tenga o deleghe speciali. Un isolamento sociale che posso ora realmente capire meglio. Perchè vissuto. Perchè raccontarlo per sentito dire è una cosa, ma descriverlo perchè vissuto è totalmente diverso.
Comprendi pertanto le tante potenziali e reali difficoltà di anziani o persone con altre difficoltà sociali di fronte al contagio covid che ti obbliga almeno per 21 giorni a rimanere tra le mura di casa.
Senza alcun dubbio dobbiamo ringraziare Dio, perchè nessuno di noi ha avuto necessità di ricovero, evenienza tra l’altro per nulla scontata».
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