di Luca Capponi
A qualcuno non è andata ancora giù. Allo stesso livello, anzi peggio (nessuno si offenda, per favore), dell’annullamento della Quintana. Niente Carnevale. Niente veglioni, concorsi mascherati, feste per bambini, brindisi e risate. E la piazza del Popolo di Ascoli, così come a Offida, Castignano, Montefiore e chi più ne ha più ne metta, resta tristemente priva di colori e allegria nel primo giorno di Carnevale, quello di solito riservato ai più piccoli, il giovedì grasso.
Va così, ai tempi del Coronavirus. Che di problemi, ben più grandi e gravi, ce ne sono eccome. Ma la funzione del Carnevale non è anche quella di allontanare, almeno per un giorno, proprio le maledette tristezze della quotidianità?
Poco ma sicuro. E basterebbe questo per suggellarne ancora una volta l’importanza, a maggior ragione in un territorio, il Piceno, dove il periodo carnascialesco è ben radicato nella storia, nella tradizione, nella cultura, nella socialità di tutto un popolo.
E allora, ben venga chi non si dà per vinto: dalle castagnole fatte in casa ai bimbi degli asili, alcuni dei quali hanno coraggiosamente (e rispettando le regole alla grande) fatto la loro comparsata veloce nel salotto buono delle cento torri, dagli irridubicili che non rinunciano a realizzare la propria macchietta, da fotografare o filmare, fino a chi organizza il party online (come quelli di Villa Picena, a Colli del Tronto) e a chi tiene viva la fiammella pubblicando scatti risalenti alla festa dello scorso anno, divenuti già nostalgici, caratterizzati da sorrisi che sarebbe stato impossibile prefigurare, solo 12 mesi dopo, così spenti.
E poi c’è il Comune di Acquasanta Terme, che rilancia nella speranza di una possibile edizione estiva per i classici Zanni di Umito e Pozza; c’è chi si organizza ancora in rete, come a Grottammare, Montefiore e Offida, la città del Bove Finto e dei Vlurd dove le chiavi della città da assegnare ad una delle congreghe sono rimaste custodite simbolicamente nel Palazzo Comunale; o come a Castignano, dove la fiammella dei Moccoli, e orgogliosamente di tutto il Carnevale, resterà accesa da finestre e balconi, martedì grasso 16 febbraio, durante un affaccio collettivo.
O come ad Ascoli, dove il Palazzo dei Capitani, in serata, si colora in stile Arlecchino, foriero di un augurio a cui nessuno vuole rinunciare, oggi più che mai: “Ci vediamo nel 2022”. E guai a chi non si maschera.
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