di Federica Nardi
Ore cruciali per le Marche dato che domani, con i dati settimanali, si saprà quali comuni e province rischiano la zona rossa. E anche sul fronte vaccini la Regione procede spedita sull’organizzazione, premendo ai tavoli governativi insieme ad altre regioni del nord perché le dosi per gli over 80 e per le altre categorie a rischio arrivino in quantità sufficiente. A fare il punto su tutti questi aspetti della crisi pandemica, è l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.
LA SOGLIA DI ALLERTA – Dopo l’allarme in provincia di Ancona per il contagio in controtendenza rispetto ad altre province, la Regione aveva già incontrato i sindaci e stabilito di aspettare domani per interloquire con Istituto superiore di sanità e ministero e decidere se creare zone rosse – come fatto in Umbria – in alcuni territori circoscritti.
«Con i dati di oggi – spiega Saltamartini – che conosceremo domani mattina, saremo in grado di fare una fotografia della situazione. L’indice di rischio comunale elaborato dall’Iss è di 250 casi su 100mila abitanti». L’indice si calcola come una media settimanale, da qui la necessità di aspettare domani per avere il dato, che va rapportato necessariamente alla popolazione comunale. Per cui, ad esempio, «a Tolentino, con 20mila abitanti, la soglia di rischio scatta con una media di 50 casi al giorno.
Superato l’indice soglia possono scattare provvedimenti restrittivi. Domani mattina con un atto di Giunta sottoporremo i dati di tutti i Comuni all’Iss e al ministero, evidenziando che sono appunto territoriali».
Nel caso dovessero scattare provvedimenti di zone rosse locali, Saltamartini ricorda anche la catena decisionale: «Per i Comuni sono i sindaci a prendere misure, per province o più Comuni contigui la Regione, per la Regione il Governo».
VACCINI – Sul fronte vaccinazioni sono oltre 40mila le prenotazioni già effettuate per la campagna che riguarderà gli over 80.
Ma la Regione già pianifica, sempre se arriveranno le dosi necessarie, di vaccinare contestualmente insegnanti e forze dell’ordine.
Si ipotizza ad esempio di vaccinare i docenti insieme agli over 80, con una corsia preferenziale nei punti già prescelti per la somministrazione.
Mentre sul fronte di militari e agenti (ma anche volontari della Protezione civile e vigili urbani), ci sarà una riunione martedì in Prefettura per decidere come procedere.
Del vaccino Astrazeneca che sarà utilizzato per queste categorie, al momento ci sono infatti solo le prime 5mila dosi e va capito come assegnarle.
Avere un quadro chiaro di quante dosi arriveranno dal commissario è l’altro cruccio dell’assessore: «Nella prima fase le consegne sono state “target”, cioè in relazione alla categoria da vaccinare che erano i dipendenti della sanità. E non quindi proporzionali alla popolazione regionale.
Adesso dal 20 febbraio vacciniamo gli over 80, che non sono uguali in ogni regione.
Per questo stiamo trattando alla Conferenza Stato-Regioni, per far sì che anche in questo caso le consegne siano calcolate in base alla categoria da vaccinare e non in proporzione alla popolazione, perché alcune regioni come la nostra hanno molti anziani (nelle Marche gli over 80 sono circa 130mila, ndr).
Altre, con una popolazione più numerosa, molti meno. Se prevale il concetto di proporzionalità alla popolazione avremo meno vaccini, per questo insieme al Veneto stiamo studiando la possibilità di acquistarli autonomamente.
Dobbiamo sbrigarci ma non c’è ancora nulla di concreto. L’Unione europea ha chiarito solo venerdì, dopo un diniego iniziale, che è possibile acquistare la produzione ulteriore di vaccini fuori dal budget già assegnato».
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