Gemellaggio in nome del buon cibo: le fave del Piceno arrivano in Sudafrica
ACQUASANTA TERME - L'iniziativa firmata Slow Food parte dalla frazione di Favalanciata ed arriva nel territorio del Limpopo, a pochi chilometri dal confine con lo Zimbabwe e il Mozambico
Le fave di Favalanciata verranno seminate in Sudafrica.
A darne notizia è Matteo Mattei, portavoce della Comunità Slow Food di Favalanciata a seguito di una nuova iniziativa firmata Slow Food International. Grazie ai contatti con la rete del cibo buono, pulito e giusto, i semi delle fave di Favalanciata, autoprodotti con il raccolto 2020, verranno seminati anche dall’altra parte del mondo.
Si tratta di un importante scambio internazionale per incrementare il valore dello sforzo post terremoto, creato per la rinascita del suo territorio. Una comunità unità intorno al seme della fava. Dopo le scosse del 2016, il legume che la leggenda vuole abbia dato origine al nome del paese, ha rappresentato per i suoi abitanti il collante verso un futuro agibile. In attesa della ricostruzione che al momento nel borgo non è partita, un’occasione per consolidare il riconoscimento internazionale di una specialità della tradizione locale.
I semi di fave di Favalanciata
Dopo la crema gourmet di fave, i semi delle fave fresche diventano ambasciatori del piccolo borgo del Comune di Acquasanta Terme. Accuratamente preparati per il viaggio, i semi verranno a breve piantati in Sudafrica. La zona preposta si trova nel territorio del Limpopo, area verde del nord che dista pochi chilometri dal confine con lo Zimbabwe e il Mozambico.
La loro coltivazione sarà presa in cura dalla comunità di Vhembe Gardens, specializzata nella coltivazione di legumi, che tramanderà così la tradizione italiana. Arrivo previsto dei semi in terra africana per il prossimo 23 febbraio.
Entro il prossimo autunno sono invece attesi a Favalanciata i semi africani, per completare lo scambio e unire a distanza le due comunità. Un progetto concreto tra piccoli coltivatori privati, un’azione volta a tramandare e diffondere conoscenze e soprattutto biodiversità agricole lontane ma appartenenti alla stessa terra madre.