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Omicidio di Montecassiano, l’ordinanza
Le liti in famiglia e le paure di Rosina
Arianna le disse: «Sai quanto sono cattiva»

IL DELITTO – In 50 pagine il gip ricostruisce i 50 giorni di indagine attraverso intercettazioni e testimonianze. Il dialogo tra la figlia e la 78enne uccisa, la telefonata tra Rosy e una amica il 23 dicembre e una voce maschile che dice “Morì ammazzata”, il ritratto della figlia fatto dall’ex marito ("una persona feroce, ossessionata dal denaro"), il racconto della responsabile del centro antiviolenza che incontrò l’anziana, lo spintone dato da Arianna alla madre
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Arianna Orazi oggi in tribunale per l’interrogatorio

 

di Gianluca Ginella

«Me ci hai trattata sempre così a merda… tu c’hai la memoria corta, tu c’hai la memoria molto corta, io invece no… de più dovevo fare, poco, ho fatto poco», e poi «se me incattivisco non è così eh, tu lo sai quanto sono cattiva». A parlare, rivolgendosi alla madre, è Arianna Orazi in una conversazione che era stata registrata in casa, quando Rosina Carsetti era ancora viva, dal nipote Enea Simonetti, e che la procura ha recuperato nel corso delle indagini sul materiale informatico e sui cellulari. Il dialogo rientra nell’ordinanza con cui il gip dispone la misura cautelare in carcere per l’omicidio di Rosina che ha portato in manette, venerdì scorso, la figlia, Arianna, e il nipote, Enea. Oltre a loro è indagato anche il marito di Rosina, Enrico Orazi, per il quale il gip non ha disposto misure cautelari. Le carte della procura sono ora allo studio dei legali dei tre indagati, gli avvocati Andrea Netti e Valentina Romagnoli. Questo pomeriggio Arianna ed Enea si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio davanti al gip Giovanni Manzoni, del tribunale di Macerata. In cinquanta pagine, quelle dell’ordinanza, c’è il sunto di 50 giorni di indagine (all’appello mancano gli accertamenti dei Ris di Roma, che devono iniziare, la relazione finale sull’autopsia, e quella tecnica completa (ne sono state depositate parti). Ma quello che è sin qui emerso è un quadro che pesante per gli indagati per via di intercettazioni, tra Arianna ed Enea, che per l’accusa sono dei macigni.

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Rosina Carsetti

LE IMPUTAZIONI – Oltre all’omicidio volontario e aggravato dalla premeditazione (per Arianna ed Enea), dalla rapina di 100 euro (che per la procura sono stati presi a Rosina), dall’età della vittima e del suo peso (dunque una persona in condizioni tali da ostacolare la privata difesa) e abusando della coabitazione. Altra accusa, per tutti, la simulazione di reato, i maltrattamenti in famiglia, e per Arianna e Enea anche l’estorsione. Infatti, per la procura, avrebbero convinto l’anziana a intestare metà della villetta, che era di sua proprietà, al nipote, in cambio della restituzione dell’auto. Peccato però che dopo una settimana, scrive il gip, le avessero ripreso l’auto. Arianna deve rispondere anche di violenza privata, per aver sottratto alla madre il telefono cellulare che usava e che una amica le aveva regalato, e di induzione a non rendere dichiarazioni, perché quando Enea aveva iniziato a confessare nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, lo aveva convinto a ritrattare (LEGGI L’ARTICOLO).

LA MINACCIA – «Me dai cento euro ogni tanto, no, però ormai tutto è esaurito, le cento euro non ce l’ho più. Eh finiti pure quelli. Eh no ma adesso fortuna c’ho la vicina de casa, questo vicino de qua, quell’altro me dà l’ovi (le uova, ndr) me pare de vive alla Caritas» dice Rosina a una amica mentre parla al telefono il 23 dicembre. Mentre conversa si sente una voce maschile che dice “Morì ammazzata”. Cosa che il giorno dopo che accaduto. E Rosina nella conversazione dice ancora: «Però adesso siccome c’ho appuntamento con un avvocato, il ventinove, e chiedo anche questo se si può avere la pensione sociale».

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Il giardino della villetta di via Pertini

I MALTRATTAMENTI – Ingiurie, minacce, percosse, aggressioni fisiche, dispetti, danneggiamenti volontari al mobilio di casa, soprusi verso Rosina da parte dei tre indagati. Il giardino che Rosy amava, smantellato, le restrizioni di natura economica, tali da non poter avere un tenore di vita dignitoso, l’ascolto delle telefonate e la registrazione delle conversazioni dell’anziana, il fatto che le venisse impedito di usare il riscaldamento (viene anche citato un episodio in cui Rosina aveva comprato una stufetta per scaldarsi e le era stata portata via. Tanto che una amica gliene aveva regalata un’altra dicendole di tenerla nascosta). E ancora le veniva impedito di usare il telefono.

montaggio-omicidio-rosinaLA PAURA – Rosina lo raccontò alle amiche più strette i rapporti familiari e cosa accadeva nella villetta di via Pertini (alcune di loro avevano riferito queste circostanze a Cronache Maceratesi nei giorni immediatamente successivi al delitto). Ad esempio c’era stato un litigio, ricostruisce il giudice nell’ordinanza, per il giardino, e Arianna aveva spintonato la madre, facendola cadere a terra e causandole dei lividi. Enea a quel punto aveva alzato un braccio con il pugno chiuso «per percuoterla o quantomeno mimandone il gesto a scopo intimidatorio» dice il gip. Sull’episodio un amico di Rosina aveva detto agli inquirenti: «Sono arrivati a delle discussioni importanti all’interno della casa. Un giorno, a seguito di una discussione, Rosy mi ha detto che Arianna ad un certo punto le ha dato uno spintone violento che l’ha fatta sbattere per terra. So che a seguito di ciò si era fatta male a due costole, ma la cosa che mi ha fatto impressione è che Rosy mi ha riferito che mentre lei era per terra il nipote Enea si è accasciato sopra di lei ed aveva il pugno come per colpirla. In quel momento Arianna rivolgendosi al figlio aveva detto: “Sta fermo che ci penso io”. Rosi poi si era rialzata e l’aggressione era finita lì. Ma da quel momento aveva paura». C’era stato poi il caso in cui Rosina chiamò i carabinieri dopo che il nipote tirò un calcio ad un mobile, Arianna in seguito, sempre secondo quanto è scritto nell’ordinanza cautelare, avrebbe fatto questa minaccia: «Se succede qualcosa a mio figlio ti ammazzo».

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Enrico Orazi oggi davanti al tribunale di Macerata

IL CENTRO ANTIVIOLENZA – Una responsabile del centro, che aveva ricevuto Rosina pochi giorni prima del delitto (il 19 dicembre), ha spiegato ai carabinieri il colloquio. «Mi ha detto che il suo unico sostentamento erano 10 euro a settimana che le davano “loro”. Mi ha raccontato che in casa le avevano destinato un piano. Rosina ha iniziato a subire molestie e dispetti da parte della figlia e del nipote circa sei mesi fa. Mi ha detto le avevano tolto le chiavi dell’auto». E ancora, dice che Rosina le aveva detto che «il marito non ha fatto niente in sua difesa. Mi ha detto era intimorito dalla figlia e quindi non prendeva mai posizione contro di lei. Mi ha detto che le hanno sequestrato il telefonino, voleva aiuto per uscire da questa situazione per lei insostenibile. Mi disse che per non patire il freddo aveva comprato una stufetta e quando se n’erano accorti gliel’avevano tolta» ha riferito l’addetta. E ancora, Rosina le ha riferito che «Pativa la fame».

L’EX MARITO DI ARIANNA – Il padre di Enea, stando all’ordinanza, fa questo quadro della ex moglie: «Arianna è una persona terribile e feroce, non ha rispetto di niente e di nessuno. È una bestia feroce, se fai quello che dice lei forse va tutto bene, ma se la contrari diventa una bestia. Gira tutto intorno ai soldi. Arianna era ossessionata dal denaro. Arianna ha una cattiveria dentro che mette paura», è la descrizione riportata nell’ordinanza cautelare.

 

 


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