di Lino Manni
Non faccio in tempo a sedermi sul divano che la Salernitana ha già fatto gol. Una partita iniziata male e finita malissimo, con la grande paura per il malore che ha colpito il giocatore polacco Dziczek della Salernitana. Una sconfitta netta e un primo tempo inguardabile, con i bianconeri che non restano negli spogliatoi ma, forse, in albergo. L’intervallo giunge liberatorio. Il tempo di prendere un caffè, poi di nuovo sul divano nella speranza di una rimonta.
Nella ripresa mister Sottil effettua subito tre sostituzioni per riaccendere la miccia. L’inizio sembra incoraggiante, ma Baijc ancora una volta arriva secondo su un pallone invitante. Rispetto alla gara di Reggio di sette giorni prima, l’Ascoli fa un passo indietro e mostra tutti i suoi limiti. In novanta minuti non tira mai in porta: se non tiri, le partite non le vinci. Le azioni partono quasi sempre dai difensori: lunghi lanci nella speranza che qualche attaccante controlli il pallone, si giri e concluda. Pura fantasia. Una volta i centrocampisti si facevano consegnare la palla dai propri difensori e iniziavano ad impostare la manovra. Non accade più, tutto sta cambiando.
Anche mister Sottil mi appare sottotono, a tratti sembra sfiduciato. Prova a cambiare in corsa: nulla di fatto. Sarà per la prossima. Lo spero, perchè la classifica sta diventando sempre più da brivido.
Tre punti con la Salernitana potevano significare una vittoria da dedicare a Giorgio Marini, il tifoso prematuramente scomparso, che è stato ricordato con uno striscione. Giorgio lo conoscevo, e ogni volta che mi incontrava la frase era sempre la stessa: “Ciao Lino, come va? Allora… sto Picchio?”.
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