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Biodigestore di San Salvatore,
in 2.000 dicono di no
«Impianto superato, serve pianificazione»

FORCE - L'Associazione di Tutela e Valorizzazione della Valdaso non si ferma e punta a quota 5.000 firme per stoppare l'iter autorizzativo. Duro il presidente Sciamanna: «Nessuna Provincia è stata finora capace di redigere il Piano di gestione dei rifiuti, trovo che sia scandaloso. Il nostro obiettivo è informare a prescindere da come la si pensi. Certe situazioni messe su solo per speculazione»
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di Luca Capponi 

Biodigestore, sono circa 2.000 le firme raccolte finora per dire no all’impianto per il trattamento dei rifiuti umidi che dovrebbe vedere la luce a San Salvatore di Force.

Il biodigestore di Faedo, in Trentino

Motore propulsivo della petizione è l’Associazione di Tutela e Valorizzazione della Valdaso, il cui obiettivo dichiarato è di raggiungere quota 5.000. Per farlo, ci sono ancora a disposizione due weekend, durante cui i volontari continueranno la loro opera di informazione della popolazione: sabato si troveranno a Comunanza e al centro commerciale di Valmir, mentre domenica a Marina di Altidona. Gli aggiornamenti con luoghi precisi ed orari, ancora in via di definizione, si trovano sulla pagina Facebook dell’associazione presieduta da Luigi Sciamanna. Il quale ci tiene a puntualizzare due alcuni importanti aspetti.

Uno dei punti allestiti per la raccolta firme

«Il nostro primo obiettivo è informare chi per un motivo o per l’altro non è al di dentro di una tematica poco dibattuta, a prescindere da come la si pensi -spiega-. E’ evidente che per come è stato pensato noi siamo contrari alla realizzazione dell’impianto di Force; si tratta di un modo di trattare i rifiuti già superato, un biodigestore di quelle dimensioni serve solo ad attirare speculazioni e non giova al benessere della comunità. Ci propongono roba vecchia, oggi i biodigestori più gettonati sono quelli di piccole dimensioni, tarati sulle esigenze della stessa comunità. Non capisco a cosa serva, nelle Marche, avere una capacità di 400.000 tonnellate di umido quando ne produciamo solo la metà».

Luigi Sciamanna

Una volta terminata la petizione, c’è tempo fino al 7 marzo, le firme verranno infatti inviate sia alla Regione che alla Provincia di Ascoli. Nel primo caso si andranno ad unire alle istanze di altre 25 tra associazioni e comitati atte a chiedere una moratoria per quanto riguarda i biodigestori (leggi qui).

Nel secondo caso, invece, l’intento è abbastanza evidente: stoppare l’iter per l’impianto che vedrebbe la luce lungo la Valdaso, al confine tra Ascoli e Fermo.

«Trovo scandaloso che in cinque anni nessuna Provincia della nostra regione sia riuscita a redigere il Piano di gestione dei rifiuti -continua Sciamanna-. Quello che manca, e che contestiamo, è la mancanza assoluta di pianificazione. E, torno a ripetere, non siamo contrari ai biodigestori a prescindere, siamo contrari ad iniziative prese senza condivisione né ragionamento, peraltro con modelli obsoleti: prima che si agisse vorremmo cercare di capire cosa serve e soprattutto dove».

A tal proposito, l’attivissima associazione sarà tra i protagonisti di un confronto tv sul tema che andrà in onda venerdì 26 febbraio su Infinito Channel; in studio anche alcuni sindaci del Fermano e del Piceno.

Infine, nelle prossime settimane, in rampa di lancio ci sono altri due incontri su tematiche green e ambientali e sui vari modi di affrontare argomenti ad oggi divenuti sempre più importanti quanto delicati.


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