di Maria Nerina Galiè
E’ preoccupato il dottor Claudio Angelini, direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5, per l’aumento dei casi di Covid che in questi giorni sta registrando i Piceno (leggi qui l’ultimo bollettino).
«Siamo passati da una media di 20 a 50 nuove diagnosi al giorno. Al momento non c’è una situazione che sta attirando la nostra attenzione più di altri (come è avvenuto ad esempio, la scorsa settimana per focolai scoppiati a Cupra Marittima e Porto d’Ascoli -leggi qui- ndr). L’aumento è diffuso e generalizzato. Per nulla rassicurante».
Il più colpito tra i comuni piceni è San Benedetto, con 265 contagiati e 493 persone in quarantena, come riportato oggi, 2 marzo, nel report del Servizio Sanità della Regione Marche. Ad Ascoli non si registra per ora una situazione allarmante, 138 casi e 248 quarantene.
Grottammare conta 75 positivi e 131 quarantene, mentre Cupra Marittima è a quota 73 Covid e 147 in quarantena.
Sono 68 i casi a Monteprandone (159 le persone in quarantena) e sono saliti a 42 a Comunanza, con 90 quarantene.
Le scuole sono sorvegliate speciali, chiuse in molti comuni, soprattutto della costa (leggi qui e leggi qui) o con classi in quarantena.
E’ la stessa cosa nel resto delle Marche, soprattutto al nord (leggi qui), motivata lì dall’arrivo della variante inglese che invece sembra non riguardare la provincia di Ascoli.
Dottor Angelini, non è quindi un segnale che lascia ben sperare?
«Non c’è da stare tranquilli quando i contagi o, in questo caso, gli episodi di variante sono molti. Ma nemmeno quando sono troppo pochi rispetto all’andamento generale.
Questo fatto lascia temere che da noi le varianti devono ancora arrivare».
Ad oggi, secondo quanto registrato dal Sisp, nella provincia di Ascoli gli unici casi di variante inglese del Coronavirus sono state riscontrate diverse settimane fa in tre persone che ormai sono guarite.
Per quanto riguarda la sudafricana, ne è stata colpita una giovane donna di San Benedetto (leggi qui), ma non i suoi familiari seppure contagiati. La mutazione è stata trovata anche nei campioni di due persone straniere, sempre residenti sulla costa picena.
«In questo caso, per via della poca conoscenza dell’italiano da parte di questi cittadini, è stato molto difficile fare il contact tracing. Per fortuna però anche loro sono in via di guarigione».
La tipizzazione del virus alla ricerca delle varianti del Coronavirus spetta al laboratorio di virologia dell’ospedale “Torrette” di Ancona, dove vengono inviati campioni di utenti conclamati postivi, a campione o in base a determinati criteri che fanno sorgere il sospetto.
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