«Sicurezza e salute al primo posto come sempre», è la posizione di Francesco Balloni, direttore della Cna Picena in merito alla situazione del comparto estetica e acconciatura con il nuovo Dpcm che entrerà in vigore alla mezzanotte di domenica 6 marzo.
«Ci soffermiamo, a parte il colore delle regioni, sul fatto che fin da subito questo settore ha investito tanto e bene per la sicurezza di lavoratori e clienti.
Quello dei servizi alle persone, oltre le ripercussioni su migliaia di piccole imprese, ha la sua importanza e valore, sociale e psicologico, anche per l’utenza. Importanza che sta nella dicitura stessa, ovvero cura della persona.
Per questo restiamo vigili affinché le norme tengano conto di questo valore per chi lavora nel campo della parrucchieria e dell’estetica».
Cna Picena, pur essendo le Marche attualmente in zona “arancione”, si dice preoccupata per le anticipazioni contenute nella bozza del nuovo Dpcm, circa la sospensione delle attività di acconciatura in zona “rossa”.
Le misure di contenimento del Covid in tutte le zone, introdotte a novembre dello scorso anno e confermate nei successivi decreti, hanno opportunamente consentito la prosecuzione di tali attività riconoscendo di fatto l’efficacia dei protocolli di sicurezza a cui le imprese del settore si sono adeguate in maniera stringente e rigorosa.
«Non è un caso – continua Balloni – che saloni di acconciatura e barbieri, in questi mesi, non abbiano in alcun modo rappresentato fonte di contagio. Appare, pertanto, incomprensibile e priva di motivazioni oggettive questa repentina quanto inaspettata esclusione dal novero dalle attività di servizio ammesse in qualsiasi zona».
Cna Picena ha manifestato in più occasioni la necessità di consentire sempre la prosecuzione dell’attività imprese di estetica che, contrariamente a quelle di acconciatura, non si sono viste riconoscere tale possibilità neanche nei precedenti decreti.
«Tali imprese, al pari degli acconciatori, garantiscono, infatti, la massima sicurezza sia per organizzazione che per modalità di svolgimento del lavoro.
Cna chiede quindi che il Governo adotti dei correttivi alle misure annunciate, riconsiderando l’opportunità di garantire piena operatività alle imprese di acconciatura e di estetica anche in zona rossa e, in futuro, in qualsiasi zona, equiparando questi settori a quelli ritenuti essenziali, come gli approvvigionamenti alimentari e sanitari».
La Cna Picena condivide con la Cna nazionale l’appello al Comitato tecnico scientifico con un documento nel quale l’Associazione caldeggia l’apertura serale in sicurezza, nelle zone gialle delle attività di ristorazione e chiede di avviare un confronto sulla ripartenza del settore eventi
«Si può ipotizzare di prolungare l’orario delle attività fino alle ore 23 – precisa Francesco Balloni – condizionato ai vincoli del consumo al tavolo e dell’ingresso nel locale entro le ore 21.
Utile sarebbe, inoltre, la prenotazione quale ulteriore condizione vincolante per accedere ai locali.
All’atto della prenotazione dovranno essere fornite alcune informazioni: nome, cognome e telefono di chi effettua la prenotazione, numero delle persone e dichiarazione sullo stato di convivenza dei commensali.
Le informazioni fornite dovranno essere conservate dall’esercente per i 14 giorni successivi al solo fine di eventuale trasmissione alle Autorità competenti in caso di necessità.
La prenotazione obbligatoria consentirebbe di evitare la formazione di assembramenti in prossimità dei locali. Con l’avvio della campagna vaccinale e la necessaria accelerazione del programma sarebbe fondamentale consentire il prolungamento di orario nelle zone gialle alle attività di ristorazione che hanno dimostrato di assicurare e documentare la rigida osservanza delle misure stabilite dalla normativa come distanziamento, limitazione degli accessi e registrazione di ogni singolo cliente.
Cna inoltre propone l’avvio di un confronto per definire un formato organizzativo per riti e manifestazioni che tradizionalmente prevedono lo svolgimento di banchetti, buffet e servizi di catering, ad oggi vietati sull’intero territorio.
Al riguardo la Confederazione suggerisce alcune proposte a integrazione dello schema predisposto l’autunno scorso da Regioni e province autonome. Ad esempio informare le autorità competenti con un preavviso di 7 giorni in merito all’evento indicando orari, luogo e partecipanti».
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