di Federico Ameli
Dopo qualche settimana di calma solo apparente trascorsa in zona gialla, con il ritorno all’arancione l’emergenza sanitaria torna a bussare con una certa insistenza anche alle porte della provincia di Ascoli, che negli ultimi sette giorni ha fatto registrare un sensibile aumento dei contagi sulla scia di quanto avvenuto anche ad Ancona e Macerata.
Tra le varie comunità alle prese con il tutt’altro che semplice contenimento del virus, preoccupa in particolare la situazione legata alla città di San Benedetto. Nelle ultime ore, infatti, dalla Riviera arrivano dati tutt’altro che confortanti, con 311 persone contagiate e 670 sottoposte a regime di quarantena (leggi il resoconto sulle positività riscontrate in provincia), in attesa del risultato dei tamponi.
Nonostante le voci che sembravano individuare nel viavai lavorativo dal vicino Abruzzo la causa principale della crescita esponenziale dei contagi, con un’azienda al confine tra le due regioni che con il passare dei giorni si sarebbe poi configurata come vero e proprio focolaio, secondo il sindaco di San Benedetto, Pasqualino Piunti, l’alto numero di contagiati non sarebbe in realtà da ricondurre ad alcuna circostanza in particolare e avrebbe piuttosto a che fare con il trend regionale delineatosi nelle ultime ore.
«A San Benedetto – spiega il primo cittadino – non c’è nessuna situazione specifica degna di nota, ma è innegabile come la Riviera stia pagando pegno in questa seconda fase dell’emergenza».
Eppure, appena un anno fa, la città aveva retto più che discretamente all’impatto con il nuovo virus, posizionandosi al sesto posto della graduatoria dei centri abitati con la maggiore attrattività del Paese stilata da Il Sole 24 Ore relativamente alla fascia 35.000-65.000 abitanti, con un saldo di 459 residenti in più rispetto all’anno precedente.
Ad oggi, tuttavia, la situazione in riva al mare è cambiata radicalmente e alla luce della nuova ondata di contagi il sindaco si è visto costretto ad adottare misure più stringenti, con la tradizionale festa degli studenti delle superiori a cento giorni dall’esame di maturità, prevista nella giornata di lunedì 8 marzo, finita inevitabilmente nel mirino del primo cittadino.
«Oltre alla chiusura delle scuole da me disposta e ai continui e ininterrotti richiami al buon senso – spiega Piunti – ho realizzato un video in cui raccomando ai ragazzi di agire con prudenza, invitandoli a soprassedere a questo rito, magari dedicando quel momento di festa agli auguri per le mamme, le sorelle e le fidanzate».
Emergenza sanitaria a parte, appena due giorni fa è arrivata l’ufficialità – che, a dirla tutta, era già nell’aria da qualche settimana – da parte del Consiglio dei Ministri dello slittamento delle elezioni amministrative, originariamente previste in primavera, al periodo compreso tra il 15 settembre e il 15 ottobre. Tuttavia, dati alla mano, nell’agenda politica di Pasqualino Piunti il tema elettorale non può certo essere considerato prioritario: la campagna elettorale, almeno sulla carta, può attendere.
«È una decisione che avevamo già ampiamente messo in preventivo, ma in questo momento preferisco concentrarmi sulle misure necessarie a contrastare la diffusione del virus e sull’avanzamento dei lavori sul lungomare nord e allo stadio Ballarin -conclude il sindaco-. Ero pronto per maggio, sarò pronto anche per settembre e ottobre».
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