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Quasi pieni i reparti Covid del Piceno
Principi: «Momento cruciale,
rispettiamo benissimo le regole»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Posti letto saturi al 90%. In aumento gli accessi al Pronto Soccorso. Il direttore del Dea e primario della Rianimazione: «Arrivano pazienti con polmoni già gravemente compromessi» «Applichiamo ogni tipo di terapia» «Lockdown? Lasciare aperto implica fiducia»
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rianimazione ospedale Covid

La dottoressa Tiziana Principi nella cabina di comando del reparto Rianimazione del “Madonna del Soccorso”

 

di Maria Nerina Galiè

Crescono i contagi da Coronaviurs e quindi anche i ricoveri. Vanno di pari passo. Più sono le persone che si ammalano, più ci sono – tra loro – quelli che manifestano sintomi più gravi, fino al peggiore degli epiloghi.

E’ così nelle Marche e nel Piceno. Non più isola felice come nella prima ondata. La seconda è stata peggiore. Dall’esordio della “pandemia atto secondo” a fine settembre, per rallentare un po’ sotto Natale e ripresentarsi spietata.

Serve un altro lockdown? 

E’ questa la prima domanda, secca, che viene da fare alla dottoressa Tiziana Principi, direttore del Dipartimento emergenza e urgenza, il Dea, dell’Area Vasta 5 della Rianimazione Covid dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto.

rianimazione ospedale San Benedetto

Il personale della terapia intensiva dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

«Potrebbe non servire soltanto se le restrizioni anti contagio venissero rispettate benissimo e da tutti.

Ma non mi pare sia stato così.

Ho assistito io stessa ad assembramenti di giovani al centro di San Benedetto.

Ho visto le conseguenze di comportamenti sbagliati, solo perché è stata data la possibilità di organizzare un evento o perché non si è vigilato abbastanza.

Lasciare aperto implica dare fiducia. Ma la fiducia va meritata».

Non usa mezze parole il primario della Terapia Intensiva per Covid, ma se lo può permettere.

E’ lei con la sua equipe che ogni giorno, da un anno e con la sola “tregua” dei due mesi estivi, cerca di strappare alla morte i malati gravi di Covid, vedendone tanti che non ce la fanno.

Non molto tempo fa, uno dei suoi colleghi dell’Area Vasta 5 aveva detto: «La dottoressa Principi resuscita le persone».

E’ chiaro però che la pressione è notevole in un reparto dove «curiamo patologie gravissime e la concentrazione deve essere sempre al massimo», è la Principi che parla. e non si prende tutto il merito.

«Posso dire che nei nostri reparti di terapia intensiva e semintensiva facciamo tutto quello che serve per curare i malati. Abbiamo a disposizione ogni tipo di farmaco, applichiamo tutte le terapie antivirali.

Abbiamo iniziato anche con l’autoemotrasfusione con ozono che sta dando risultati soddisfacenti e la somministrazione di plasma iperimmune.

L’equipe del reparto di terapia intensiva del “Madonna del Soccorso” durante la prima ondata

Vista la “generosa” diffusione di notizie riguardo alle diverse cure, molti parenti dei pazienti ci chiedono gli anticorpi monoclonali. Oltre al fatto che la Regione Marche non ha ancora autorizzato questa cura. ma non sarebbe comunque somministrata a pazienti con polmonite».

Nella provincia di Ascoli sono morte per cause collegate al Covid “solo” 13 persone. Ieri, 6 marzo, il bollettino dei decessi del Servizio Sanità regionale ne ha contati 182 dall’inizio della pandemia. Da settembre a ieri sono morte 169 persone.

Non è rassicurante lo scenario che emerge quando la direttrice del Dea fa il punto sui ricoveri e sulle condizioni dei pazienti, che sempre in più si presentano al Pronto Soccorso degli ospedali del Piceno.

«Negli ultimi due giorni, abbiamo registrato l’accesso di 5 – 8 utenti al giorno all’ospedale di San Benedetto e 4-5 ad Ascoli. Tutti con polmoniti importanti rilevate dalla Tac.

In genere il 70% di loro ne esce bene dopo il ricovero in semi intensiva. Qualcuno reagisce subito alle cure e viene dimesso anche in terza, quarta giornata. Gli altri purtroppo necessitano della Rianimazione.

La cosa che abbiamo subito notato, in questa fase della seconda ondata, è che i malati arrivano con i polmoni già gravemente compromessi. Ieri un paziente è stato intubato appena arrivato al Pronto Soccorso».

C’è ancora posto per i pazienti Covid negli ospedali dell’Area Vasta 5?

«Fino ad ora si. I pazienti dopo una brevissima attesa al Pronto Soccorso, vengono tutti ricoverati nei reparti appropriati. Ma se continua così, dovremo organizzarci per aumentare posti letto per Covid. Non li lasceremo certo in strada.

E tutti gli ospedali della regione sono al completo o quasi. Il 28, 30% dei nostri ricoverati è di fuori provincia. Siamo una rete» (leggi qui)

I posti letto per Covid negli ospedali dell’Area Vasta 5 sono saturi al 90%.

Sono circa 90 i pazienti ricoverati distribuiti tra il “Mazzoni” – dove ci sono la Pneumo Covid (18 posti) e la Obi Murg pre Covid (7 posti) nel rinnovato Pronto Soccorso – ed il “Madonna del Soccorso”, allestito con reparti Covid 1 e 2 (le ex Medicina e Geriatria, un’ottantina di posti), la Medicina d’Urgenza (13 posti) e la Terapia Intensiva che ha potenzialità per 12 pazienti ed ora ne ha 11 (ecco la situazione a fine novembre).

Il momento è cruciale avvisa la dottoressa Tiziana Principi.

«E’ come l’anno scorso. Marzo e aprile sono stati tremendi. Del resto è così che vanno le epidemie.

Quest’anno non c’è stata la normale influenza. Ha perso a braccio di ferro con il Covid. 

La situazione sarà critica fino a dopo Pasqua. Poi, con l’arrivo del caldo, dovrebbe andare meglio».

 

 



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