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Covid, variante sudafricana:
dalla Svezia alla Rianimazione
Ecco com’è andata

EMERGENZA CORONAVIRUS - Ad essersi aggravata fino a dover essere intubata una 51enne, familiare della 23enne rientrata dal Paese straniero (primo caso del Piceno e delle Marche), contagiata qualche giorno dopo la ragazza. Area Vasta 5 dettaglia il percorso terapeutico della donna, conclusosi con un netto miglioramento
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La terapia intensiva per Covid del “Madonna del Soccorso” durante la fase clou dell’emergenza

 

E’ stata una familiare della ragazza rientrata dalla Svezia e trovata positiva alla variante sudafricana del Coronavirus ad essersi aggravata dopo il contagio, tanto da dover essere intubata poco più di una settimana fa (ma ora sta meglio).

L’Area Vasta 5 ha fatto questa precisazione, specificando che ad essere stata intubata nel reparto di terapia intensiva è stata una donna di 51 anni, familiare della 23enne tornata dal Paese straniero, dalla quale è partito il cluster, che è rimasto circoscritto.

Ecco come si sono svolti i fatti, dettagliati dalla direzione di Area Vasta 5.

Il dottor Claudio Angelini

«Grazie all’efficiente tracciamento del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’Area Vasta 5, diretto dal dottor  Claudio Angelini, un caso di variante sudafricana è stato circoscritto e grazie all’attività terapeutica dei reparti Covid dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, le condizioni della paziente 51enne ricoverata in Rianimazione sono migliorate.
Il cluster è partito da una 23enne di San Benedetto, rientrata dalla Svezia il 4 febbraio con tampone negativo, che ha accusato il giorno seguente sintomi ed è risultata positiva al Sars-Cov 19, quindi posta in isolamento e con immediato contact tracing sono stati posti in isolamento tutti i suoi familiari ed i contatti stretti.
Il fatto che la 23enne fosse rientrata da un paese straniero e fosse positiva ha indotto il Sisp ad attivare il monitoraggio delle varianti, attraverso l’invio al laboratorio del “Torrette” di Ancona del campione, per la sequenzazione dell’Rna ed il 16 febbraio l’esito ha confermato che si trattava di variante sudafricana del Covid.
La madre ed i due fratelli della giovane sono risultati positivi dopo alcuni giorni, mentre la zia l’11 febbraio.
Il 19 febbraio le condizioni di uno dei familiari della 23enne, appunto la donna di 51 anni, si sono aggravate.

La dottoressa Giuseppina Petrelli

Arrivata al Pronto Soccorso dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, è stata subito ricoverata nel reparto Medicina d’urgenza diretto dalla dottoressa Giuseppina Petrelli con una grave polmonite.

Il 25 febbraio, per il peggioramento del quadro respiratorio, si è resa necessaria l’intubazione e ventilazione meccanica, nel reparto di terapia intensiva, diretta dalla dottoressa Tiziana Principi.
Dopo 12 giorni di terapia intensiva e miglioramento del quadro respiratorio la 51enne è stata “svezzata” dalla ventilazione meccanica e  trasferita nel reparto intensivo Covid 1 diretto dai dottori Mario Sfrappini e Riccardo Pela.
La direzione di Area Vasta 5 informa che non ci sono stati altri casi positivi collegati al caso indice e sottolinea l’importanza del tracciamento dei contatti, visto che il virus ha ripreso a diffondersi».

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