Didattica in presenza per i figli degli operatori sanitari. E’ la richiesta che il Nursind ha inoltrato al ministro Speranza, al presidente del Consiglio Draghi e al Presidente della Regione Marche Acquaroli.
Il sindacato degli infermieri chiede «che ci vengano dati gli strumenti per poter svolgere il nostro lavoro senza dover abbandonare i nostri figli».
«Il nuovo decreto legge eroga a seguito della chiusura delle scuole di ogni ordine e grado , la possibilità di richiedere aspettativa al 50% o non retribuita o bonus baby sitting, ma ciò in realtà non dà risposte adeguate alle problematiche del Servizio Sanitario Regionale ed ai professionisti sanitari -continua il Nursind-. Reperire una baby sitter per le famiglie con sanitari è sempre stato un problema, per molteplici ragioni, non ultima la paura di contagi e la flessibilità di orari; inoltre le Aziende Sanitarie nonostante il diritto, spesso ostacolano la concessione dell’aspettativa con gli Ordini di Servizio e le priorità gestionali organizzative dovute all’emergenza in atto».
«In particolare -va avanti il sindacato– evidenziamo le conseguenze negative di tali misure con permessi di personale utile/indispensabile, su un sistema sanitario già molto precario, con carenze numeriche estreme di personale sanitario, si andrebbero ulteriormente a stressare sanitari ormai al collasso psico-fisico. Chiediamo che venga garantito il diritto di usufruire della didattica in presenza, attuare quanto previsto nel “Piano Scuola 2020-2021”, non solo per gli studenti con “disabilità e con bisogni educativi speciali”, ma anche agli studenti figli di infermieri e altro personale sanitario e di tutti i lavoratori di servizi essenziali, che sono impegnati nel fronteggiare la pandemia Covid e di applicare il documento dove si prevede che le Regioni possano regolamentare la questione della didattica con proprie ordinanze».
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