di Maria Nerina Galiè
I reparti Covid degli ospedali della provincia di Ascoli sono sottopressione.
I dati di oggi, 18 marzo, del Servizio sanità della Regione Marche, riferiscono di 14 ricoverati in terapia intensiva al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, dove ce ne sono altri 12 in semintensiva e ben 57 tra la Covid 1 e la Covid 2.
Al “Mazzoni” di Ascoli si registrano 18 pazienti alla Pneumo Covid, di cui 10 in semintensiva, e 6 al Pronto Soccorso, in attesa di essere destinati ai reparti appropriati per la loro patologia.
La richiesta di ospedalizzazione da parte per i pazienti positivi cresce e la complicanza per la quale si rivolgono al Pronto Soccorso, la polmonite che rende difficoltosa la respirazione, appare più severa.
Lo aveva detto la dottoressa Tiziana Principi, direttore del Dea dell’Area Vasta 5 e primario della Rianimazione Covid del “Madonna del Soccorso” (leggi qui).
Lo ha ribadito il dottor Vittorio D’Emilio, primario del reparto Pneumologia del “Mazzoni” ed ora della Pneumo Covid sempre dell’ospedale ascolano: «La patologia appare più complessa rispetto alla prima e alla seconda ondata. Potrebbe essere solo la mia impressione, ma i casi ora richiedono maggiore impegno.
Sarà anche che siamo molto stanchi. Oltre alla Pneumo Covid stiamo mandando avanti l’ambulatorio di Pneumologia, la diagnostica e le terapie. Il reparto ora non c’è ma il servizio resta garantito».
Il suo reparto ora per Covid è al completo da un paio di settimane.
«L’autunno è stato pesante, poi a Natale c’è stata un tregua. Ma ora siamo nel pieno della terza ondata. Oggi dimetto 4 pazienti, ma ne sono pronti altrettanti da ricoverare al Pronto Soccorso».
I pazienti del dottor D’Emilio in questo momento sono tutti del Piceno, tranne uno. Il più giovane ha 52 anni. La maggior parte ha intorno a 70 anni. Solo 3 hanno oltre 80 anni.
Com’è il decorso della malattia da Covid? Quali i giorni più critici?
«Per dover ricorrere alle cure ospedaliere, il periodo più a rischio è tra il settimo ed il decimo giorno dall’esordio dei sintomi.
Quando la difficoltà respiratoria e la polmonite si sono manifestate, invece, le ore in cui è possibile un peggioramento sono in genere le prime 96.
Tra le 72 e le 96 ore il paziente più aggravarsi fino ad aver bisogno di essere intubato, nella Rianimazione di Ascoli dove viene stabilizzato per poi essere trasferito nell’apposito reparto di San Benedetto».
Il primario di Pneumo Covid non nasconde che, oltre all’impegno professionali, c’è una forte componente emotiva davanti a pazienti malati e soli. Alcuni, dopo essere stati assistiti con le migliori cure, hanno bisogno della Rianimazione. Altri non ce la fanno.
«Sono i momenti peggiori».
Cosa legge negli occhi dei pazienti?
«La paura. In particolare negli anziani che sono i più delicati. Per quanto possiamo, cerchiamo di far sentire loro la nostra vicinanza. Vedono solo noi per tutto il periodo del ricovero che va dai 7 ai 10 giorni di media».
La cura del reparto Pneumo Covid continua anche dopo la guarigione del paziente, spiega il primario.
«Facciamo il follow up a 3, 4 mesi dalla dimissione. Normalmente non rileviamo danni polmonari alla Tac come conseguenza. Ma esiti psicologici.
Ci troviamo di fronte a persone molto provate, ancora impaurite ed estremamente fragili dal punto di vista psicologico. Sarà questa probabilmente la prossima sfida della Sanità».
Oggi la Regione Marche ha comunicato l’avvio della cura con gli anticorpi monoclonali, nella quale il dottor D’Emilio ripone piena fiducia (leggi qui).
«Noi siamo uno dei centri regionali accreditati per la somministrazione. Questa terapia è rivolta a pazienti sintomatici ma non al punto dell’insufficienza respiratoria.
Non è per i ricoverati, per essere chiari. Ma per chi è a casa, riducendo così la necessità di dover ricorrere all’ospedalizzazione».
Nella Pneumo Covid sono impegnati, oltre al primario D’Emilio, altri 4 medici pneumologi, due infettivologhe, le dottoresse Giuseppina D’Amato e Sonia Petroni, ed a turno un collega della Medicina. Al momento c’è il dotto Andrea D’Addezio. Vi lavorano inoltre 25 infermieri e 6 oss.
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Del dottor D’Emilio e del suo reparto si può solo parlare bene!!! Quando la sanità non è solo servizio, ma molto si più: vicinanza, empatia e tanta tanta preparazione e professionalità!
Non finirò mai di ringraziare il dott. D’Emilio per la sua professionalità e la sua umanità senza confine !!
Giugno 2019
Un reparto che non dimenticherò mai nella mia vita …
che dire.. grazie di a tutti voi!
In assoluto il reparto covid che non ha Mai tralasciato o messo al secondo posto l’aspetto psicologico dei pazienti e dei familiari a casa.
Grazie sempre grazie
Sei il numero 1.grazie di avermi preso in cura …..Grazie Doc
Un gran Dottore!!
Grandissimo doc, non so piu cosa dirti, cmq sei il n. 1. P. S. Sei anche bello oltre a bravo.
Unico nel suo lavoro, io e la mia famiglia gli siamo grati per averci sempre aiutati e sostenuti. Quando professionalità e umanità vanno a braccetto, non può essere che un successo.
Un grande professionista, umile e umano. Complimenti
Un grande grazie al Doc.
Cuore, umanità e professionalità.