di Maria Nerina Galiè
Si riparte con la somministrazione del vaccino Astra Zeneca, bloccato lunedì 15 marzo su tutto i territorio nazionale per accertare se ci fosse un nesso tra alcune morti a ridosso delle somministrazioni ed il farmaco.
Giovedì scorso lo sblocco da parte dell’Ema e l’annuncio dell’assessore regionale Filippo Saltamartini: «Nelle Marche si riprenderà da sabato (20 marzo, ndr). Entro il 31 marzo recupereremo quelli rimasti indietro».
A San Benedetto sono attese, oggi 20 marzo, 54 prime dosi e 120 recuperi delle persone che la scorsa settimana sono rimaste senza. E si continua con i 190 richiami Pfizer al giorno per gli over 80 vaccinati dal 20 febbraio al 12 marzo, gli unici che sono andati avanti nella settimana di stop di Astra Zeneca.
«Abbiamo predisposto 10 punti vaccinali e 6 postazioni per l’accettazione», spiega la dottoressa Maria Teresa Nespeca, direttore del Distretto Sanitario di San Benedetto.
«Siamo pronti per ripartire con grandi numeri. E’ questa l’unica arma per sconfiggere il Coronavirus che sta continuando ad uccidere».
E’ più convinta che mai la direttrice di Distretto. E pronta a ricreare «quell’atmosfera di festa che si respirava nel punto vaccinale, dove le persone si recavano piene di fiducia», curando anche il particolare di ricreare il Tricolore con le seggiole.
Poi c’è stato il problema con il blocco di Astra Zeneca, che nel frattempo era l’unico disponibile. Molti utenti sono “scappati” all’inizio, altri sono stati mandati a casa perché non idonei. Quando sembrava tutto tornato alla normalità è stato sospeso un secondo lotto, poi tutto.
Ieri, qualche disagio non è mancato per il fatto che alcuni utenti, invece di essere avvisati di non andare all’appuntamento hanno ricevuto il messaggi di conferma. Ma ancora non era stato dato il via ai medici di utilizzare l’Astra Zeneca (Saltamartini aveva detto via libera da sabato), anche se era stato sbloccato il giorno prima.
«Tutto ciò che è accaduto nell’ultima settimana ha favorito la paura e fatto perdere fiducia nel sistema.
Dobbiamo ora ribaltare la situazione. E ricostruire la sensazione di speranza e coinvolgimento».
L’unico cruccio della dottoressa, che si risolverà soltanto avendo a disposizione abbondanti dosi di Pfizer o Moderna oltre che Astra Zeneca:
«Resta il fatto che alcuni non sono idonei ad Astra Zeneca. E lo sapremo solo al momento dell’anamnesi fatta all’accettazione. Purtroppo saremo costretti a rimandarli a casa. Chiediamo ancora un po’ di pazienza».
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