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Preoccupazione per i ponti sul Tronto,
ma la Provincia garantisce:
«Le strutture sono sicure»

CASTEL DI LAMA – Le condizioni dell’asse viario che separa Marche e Abruzzo non convincono del tutto residenti e lavoratori della zona. L’ingegner Antonio Colapinto assicura sulla stabilità delle costruzioni sulla base dei certificati di transitabilità, annunciando contestualmente l’avvio dei lavori di manutenzione
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di Federico Ameli

In un mondo sempre più interconnesso e globalizzato, con l’emergenza sanitaria attualmente in corso ad accelerare ulteriormente i processi di comunicazione da un capo all’altro del pianeta, di giorno in giorno il termine “confine” sembra costantemente perdere di significato.

I due ponti sul Tronto della strada provinciale Ancaranese

È piuttosto labile già da diversi anni, per rimanere in qualche modo in tema, quello che separa virtualmente la comunità di Castel di Lama dall’ascolana – almeno sulla carta – Villa Sant’Antonio, e con tutta probabilità con il passare del tempo subirà la stessa sorte la linea immaginaria che divide la provincia di Ascoli dal vicino Abruzzo.

In questo caso, però, oltre che labile il confine sembra anche piuttosto… fragile. Almeno questa è l’impressione di un buon numero di residenti e di coloro che, per questioni lavorative, si trovano quotidianamente a dover transitare sui due ponti sul Tronto che gravitano attorno all’abitato di Castel di Lama e che, quantomeno a una prima occhiata, appaiono tutt’altro che in grado di garantire l’incolumità degli automobilisti.

«Non mi sento mai completamente a mio agio nel passare di lì – racconta una residente di Villa Sant’Antonio -. Lavoro in uno studio di San Benedetto e, purtroppo, il ponte sul Tronto per me è un passaggio obbligato».

Oltre ad affacciarsi in maniera privilegiata sulla provincia di Teramo – che insieme ai colleghi di Ascoli gestisce il tratto di strada di cui le due strutture fanno parte – per i pendolari locali i ponti della strada provinciale Ancaranese costituiscono infatti la via di comunicazione più rapida sia verso il capoluogo che in direzione est, con gli altri assi viari nostrani che, vuoi per i maggiori tempi di percorrenza, vuoi per il traffico, non sempre rappresentano delle valide alternative all’Ascoli-Mare.

Lo svincolo del raccordo autostradale in direzione Ascoli

Dinamiche identiche a quelle vissute da chi, viceversa, dai paesi limitrofi è solito usufruire dell’uscita lamense della superstrada per esigenze lavorative. Dal vicino svincolo del raccordo autostradale, infatti, è possibile raggiungere con facilità sia la strada provinciale della Bonifica – ma in quel caso la fortuna ha voluto che la svolta si trovasse qualche metro prima del ponte in muratura – sia la zona industriale della Vallata, per la quale invece è necessario farsi un po’ di coraggio e schiacciare con decisione sull’acceleratore per approdare sull’altra sponda nel minor tempo possibile, come sembra consigliare uno che quella zona la conosce piuttosto bene.

«Lavorando come camionista – racconta Paolo, residente ad Ascoli – mi capita spesso di attraversare il Tronto, anche più di una volta al giorno. Specie nelle ore di punta, talvolta da quelle parti ci si può imbattere in qualche rallentamento che costringe gli automobilisti a restare fermi sul ponte anche per diversi minuti in attesa che il traffico riprenda a scorrere regolarmente. Ho fiducia nelle istituzioni, ma posso garantire che non si tratta certo di una bella esperienza».

«Il manto stradale è in pessime condizioni – sentenzia dal canto suo un altro abitante di Castel di Lama -. Sul ponte in direzione nord la carreggiata è stata ristretta in maniera inverosimile e l’asfalto, completamente abbandonato a sé stesso, costringe gli automobilisti a fare lo slalom tra le buche. Quando posso cerco di passare altrove, sia per il bene della mia auto che per la mia incolumità».

I new jersey del ponte in muratura

Evidentemente, i new jersey posizionati sul ponte per questioni di sicurezza non sono stati sufficienti a incrementare la popolarità di una struttura che, anche per via di un primo impatto da apparente cantiere aperto, fa storicamente fatica a conquistare la fiducia dei suoi frequentatori.

Fortunatamente, però, secondo gli esperti i timori dei pendolari sulla stabilità del ponte sarebbero del tutto infondati.

«Il ponte in muratura – dichiara Antonio Colapinto, ingegnere della Provincia di Ascoli – ha subito una verifica nel 2018 con la ratifica di un certificato di transitabilità della validità di tre anni, e quindi prossimo alla scadenza. A questo proposito, è stato previsto un finanziamento di circa tre milioni di euro, stanziati nell’ambito della ricostruzione post-terremoto, grazie ai quali l’Anas porterà avanti i lavori di manutenzione.

Il secondo ponte, in cemento armato, può contare a sua volta su un certificato di transitabilità emesso nel 2018 e anche in questo caso sono previsti dei lavori in alveo per sistemare le pile. Al momento la pratica è al vaglio del genio civile, interverremo nel corso del prossimo anno sfruttando i fondi Mit erogati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti».

Non resta dunque che attendere l’esito delle valutazioni dei tecnici e confidare in un consistente restyling dei due ponti, nella speranza che il tempo possa restituire la dovuta credibilità a uno snodo fondamentale nell’economia della viabilità picena.


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