di Franco De Marco
Furbetti del vaccino: chi chiama i Carabinieri, chi offre soldi al medico per avere il Pfizer
“Dottore, che fa? io non voglio essere vaccinato can AstraZeneca, voglio il vaccino Pfizer BioNTech. Non me lo fa? Allora chiamo i Carabinieri. Io voglio il Pfizer”. “Dottore, parliamoci chiaro, quanto devo pagare per essere vaccinata con Pfizer? Tanto lo so che in Italia basta pagare e si ottiene tutto. Mi dica il prezzo, forza, o me ne vado”.
Ecco alcune, per fortuna poche, delle irricevibili richieste che si sentono dire i medici vaccinatori nei centri di Ascoli e San Benedetto. Medici vaccinatori, soprattutto quelli in pensione, che hanno accettato di svolgere questo delicatissimo servizio con spirito di servizio e generosità. Ma sovente devono prendersi una forte dose di pazienza e soprattutto devono fare anche gli psicologi. Dal racconto di questi medici in prima linea, ai quali bisognerebbe dire solo mille volte grazie e per fortuna che ci siete, emergono comportamenti che lasciano davvero interdetti. Sono spesso costretti a sopportare sfuriate e offese incivili. “Quello che sconcerta – ci rivela uno dei questi operatori – è che spesso sono gli accompagnatori degli anziani, figli magari anche laureati, che insistono e offendono. Noi cerchiamo di spiegare. Alla fine qualcuno si fa convincere – se esci da qui e prendi il covid la colpa è tua – qualche altro se ne va”. Casi limitati per fortuna. C’è anche chi, è capitato, caso di assoluta gravità, si presenta con il certificato del medico di famiglia compiacente nel quale si descrive una certa patologia per la quale, secondo il protocollo, è più opportuno il Pfizer rispetto all’AstraZeneca. Ma si scopre, guarda un po’, parlando con il vaccinando, che per quella presunta patologia (grave) non si prende alcun farmaco. Il furbetto viene così scoperto. E il medico compiacente perseguito, speriamo.
Il centro storico cambia fisionomia: chiude Pespani, arriva un ristorante
Cambia la fisionomia del centro storico di Ascoli. Dopo ben 141 anni (era il 1880) da quando aprì in corso Mazzini, spostandosi nel 1970 in via Niccolò IV, ha annunciato la chiusura la storica Ferramenta Pespani. Dispiace. Dispiace molto. Perché quando un’attività commerciale vive da così tanto tempo significa che fa parte del quotidiano, è una di famiglia, è un monumento, è un punto di approdo. Maria Teresa Pespani e il marito Lucio Mariani, gli ultimi gestori, hanno deciso di abbassare la saracinesca per sempre a causa di oggettive difficoltà di mercato (il settore è ormai quasi tutto in mano ai centri commerciali) e di carattere logistico (le rue del centro non facilitano certo l’accesso a simili attività. Grazie comunque alla famiglia Pespani e al suo mitico Alvaro per quanto ha dato alla città. Il locale però non resterà chiuso a lungo. Ospiterà un ristorante innovativo, su iniziativa dell’imprenditrice Alessandra Alessandrini, che arricchirà l’offerta food del centro ascolano in attesa del ritorno alla normalità dopo la pandemia e allo sperabile sviluppo del turismo nella città d’arte. Un cambio di gestione e di attività che, comunque, in un momento “nero”, è un segno di vitalità imprenditoriale e di speranza.
Cinema, televisione e carta stampata: Ascoli bella investe sul dopo pandemia
Pur in tempo di lokdown prolungato, con la città (come tutta Italia) chiusa per combattere la diffusione del terribile coronavirus, la bella Ascoli Piceno non ha forse mai vissuto un momento tanto intenso alla ribalta nazionale. Per il cinema c’è il nuovo film del regista Giuseppe Piccioni “L’ombra del giorno”, protagonista Riccardo Scamarcio, in lavorazione nel centro storico, che punta ad essere presente alla Mostra del Cinema di Venezia. Per la televisione, come abbiamo avuto già occasione di notare, c’è stata “Linea Bianca” condotta da Massimiliano Ossini, e “Allevi in the Jungle” condotto dal pianista e compositore Giovanni Allevi. Al Festival di Sanremo il musicista Dario “Dardust” Faini ha portato se stesso e anche i tamburini della Quintana con Amadeus e Fiorello che hanno decantato le olive ascolane. Ora la rivista specializzata “Dove”, nell’edizione di aprile, ha dedicato al capoluogo piceno un ottimo servizio, di quelli capaci davvero di far venire voglia, quando si potrà naturalmente, di fare una visita ad Ascoli Piceno. Non è il solito servizio giornalistico oleografico ma una lettura/divulgazione moderna della città naturalmente senza dimenticare la storia. Leggetelo e troverete anche voi, ascolani doc, aspetti della città che non conoscevate. Un reportage giornalistico molto brioso, giovane, intrigante, con immagini altrettanto piacevoli. Plaude naturalmente il sindaco Marco Fioravanti. Che in questo tempo di pandemia sia in atto una vasta promozione delle bellezze della città è una scelta certamente intelligente pensando al futuro. Pozza i bbè…
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