di Giorgio Fedeli
Confindustria Centro Adriatico, lo strappo tra Fermo e Ascoli si fa sempre più netto. Dopo le dimissioni di Melchiorri e la defenestrazione di Andrea Santori, già presidente di Confindustria Fermo, e di Fabrizio Luciani, la sigla interprovinciale degli industriali perde un pezzo da novanta del settore calzaturiero: Graziano Mazza, infatti, proprietario di Premiata, ha deciso di abbandonare l’associazione.
E Mazza non è uno con tanti peli sulla lingua, pane al pane e vino al vino: «Non mi ritrovo più in quest’associazione, non c’è più lo spirito giusto affinché io resti».
Mazza ha dunque detto addio a Confindustria Centro Adriatico per due semplici motivi: «Non si fanno gli interessi del Fermano e vedo troppi personalismi».
E non è detto che il patron di Premiata sia l’ultimo nome illustre dell’imprenditoria fermana a lasciare l’associazione.
«Dopo tutte queste vicissitudini – spiega Mazza – non mi ritrovo più in questo modo di fare di Confindustria Centro Adriatico. Non mi piace affatto l’atteggiamento assunto da tempo dal presidente Simone Mariani, troppo da padre padrone. E parliamoci chiaro, per il Fermano che è stato fatto? Ho assistito all’attacco a Melchiorri, che francamente ho ritenuto assolutamente immotivato, quando ha avanzato le richieste del Fermano alla politica e alle istituzioni, e ho cercato anche di parlare con Mariani che non mi ha fornito, francamente, delle spiegazioni a mio avviso esaustive. Ma mi sono detto “andiamo avanti e vediamo come si evolve la situazione”».
«Poi nei giorni scorsi ho assistito alla “fuga di notizie” di decisioni non ancora ufficiali, da Ascoli hanno attaccato alcuni esponenti del Fermano, e tutto questo senza il ben che minimo contraddittorio -continua Mazza-. Da Ascoli sento parlare di maggioranza. E che facciamo? Andiamo avanti a colpi di numeri? Mariani ha spinto per un vicepresidente, Ciccola, un uomo a lui vicino, e che in molti (tra gli associati) nel Fermano non gradivano. Ha avuto la maggioranza? Sì, in Ascoli, non certo da noi. Se Fermo per loro non conta, bene. Andassero avanti per la loro strada, ma senza il Fermano. Io parlo a titolo personale: non mi sono mai piaciuti i personalismi, i padri padroni. E credo che tutti questi aspetti, oltretutto, cozzino con il giusto spirito dell’associazionismo».
Ma è solo una questione di territori provinciali?
«Beh ogni territorio ha le sue peculiarità, è fatto di esigenze specifiche. E quelle del Fermano – rimarca il patron di Premiata – sono state rappresentate da Melchiorri, fino a quando ha rivestito la carica di vicepresidente. Come ricucire? Beh, la vedo difficile. Sicuramente Mariani dovrebbe lasciare la carica di presidente, quello sarebbe il primo, e imprescindibile passo. A mio avviso non si è mai speso a dovere per il Fermano: quando parlavamo del 30% di decontribuzione lui che ha fatto? Per la crisi del calzaturiero? Io la presidenza non la intendo così. Quando sono stato presidente dei Giovani Industriali non ho mai fatto storie su questo o quello, e ho cercato di rappresentare le esigenze di tutti. Qui bisognerebbe fare gli interessi degli industriali, di tutti gli industriali».
E ora? Quale futuro prossimo per l’industria fermana secondo Mazza?
«Confindustria Fermo e Uif (Unione Industriali del Fermano) ci sono sempre state, non ho preferenze -conclude Mazza-. E’ imprescindibile che ci sia un confronto costruttivo tra imprenditori che parlino la stessa lingua. Ma se questo non dovesse esserci e se una parte dell’associazione dovesse voler continuare ad accentrare tutto ad Ascoli, auspico la rinascita di Confindustria del Fermano».
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