Non si spegne ancora il fuoco delle polemiche dopo il Consiglio comunale di Ascoli Piceno andato in scena martedì pomeriggio con lo scontro finale sulle nomine al Piceno Consind (leggi l’articolo).
Il movimento “Ascolto&Partecipazione” si scaglia contro la consigliera di maggioranza Micaela Girardi che aveva tirato in ballo il regista Giuseppe Piccioni, il cui film, a detta della Girardi, è stato sostenuto dal Comune nonostante l’outing elettorale dello stesso Piccioni a favore del candidato sindaco di A&P, Emidio Nardini.
Lo stesso Piccioni, regista di fama internazionale, osannato ed acclamato dall’amministrazione comunale per il film che sta girando in questi giorni in città è così poi finito tristemente nel tritacarne della polemica politica.
«Per fortuna -accusa ora il movimento- che l’intervento della consigliera di maggioranza Micaela Girardi era volto, come da lei stessa dichiarato all’inizio “a cercare di stemperare gli animi e riportare alla valutazione obiettiva delle cose”. Probabilmente le intenzioni erano queste, ma il risultato ottenuto è stato esattamente l’opposto!
In un contesto nel quale palesemente si è dimostrata, o per meglio dire, confermata nei fatti la presenza di un pezzo di minoranza dentro la maggioranza a mo’ di quinta colonna, la consigliera Girardi, interpretando in modo quantomeno fantasioso il concetto di democrazia, ha tirato per la giacca dentro il dibattito in corso il regista Giuseppe Piccioni. Ella ha ricordato il suo sostegno al candidato sindaco e capogruppo di “Ascolto & Partecipazione” Emidio Nardini in occasione delle elezioni comunali del 2019. Arrampicandosi su un iperbolico paragone, ha argomentato come tale circostanza non abbia comunque impedito all’amministrazione comunale di consentire al regista di girare il film nella sua città di origine, rivendicando pertanto la libertà non condizionata da motivi politici (!) dell’amministrazione comunale in relazione ai candidati da designare al Consind».
Questo concetto -prosegue il movimento- poteva essere illustrato in centinaia di modi diversi, senza dover tirare in ballo il regista Piccioni che, operando in ambito artistico, non ha niente a che vedere con una discussione sulle norme regolamentari, seppur permeata di significati e conseguenze a livello politico. Ciò che rimane è un ragionamento ambiguo e inappropriato, peraltro condiviso anche dal sindaco, che si presta ad inevitabili fraintendimenti di cui si poteva benissimo fare a meno, anche e soprattutto per rispetto di Giuseppe Piccioni».
Nel mirino finisce anche il sindaco Marco Fioravanti.
«Risulta altrettanto degna di nota -afferma ancora A&P– l’uscita finale del sindaco nelle repliche conclusive. Egli ha dichiarato indirettamente ad Emidio Nardini che “la partecipazione non è quella di un professore che viene a farci scuola a 20.000,00 euro al mese”. Affermazioni del genere si addicono più ad un contesto da bar piuttosto che alle conclusioni di un sindaco in un consesso istituzionale quale è il Consiglio Comunale. Abbia quindi il coraggio e la bontà di chiarire questo enigmatico riferimento, facendo nomi e cognomi, altrimenti lancerebbe il classico sasso nascondendo la mano! Nell’attesa, ricordiamo a lui ed anche alla consigliera Girardi una famosa frase di Jean Paul Sartre: “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio, anche”».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati