di Gabriele Vecchioni
L’Amministrazione comunale di Spinetoli aveva in progetto per fine marzo dello scorso anno, in occasione del quinto anniversario della morte, di rendere omaggio alla figura di un suo illustre cittadino, Padre Ortensio da Spinetoli (al secolo Nazzareno Urbanelli, esegeta e illustre biblista, autore di numerosi e apprezzati testi) dedicandogli la sede scolastica della scuola primaria del capoluogo; le norme restrittive dovute alla pandemia del Covid-19 hanno costretto a rimandare la cerimonia dell’intitolazione.
Avevo preparato un breve articolo, con note biografiche, per la celebrazione dell’evento: la ricorrenza della scomparsa (sesto anno dalla dipartita) è l’occasione per proporlo e ricordare la figura del religioso.
Ho avuto modo di conoscere personalmente Padre Ortensio, nel corso di una delle sue visite al paese natale: l’impressione è stata quella di interloquire con una persona colta e serena, animata però dal sacro fuoco della passione per le cose in cui credeva.
Quando l’amico Piero Balestra, assessore e vice sindaco del comune collinare, mi ha chiesto di stendere qualche riga per celebrare l’evento, sono rimasto colpito dal fatto che una scuola fosse intitolata a un presbitero, un personaggio che non era legato al mondo dell’educazione (in realtà, come vedremo nel corso dell’articolo, Padre Ortensio è stato un insegnante) né alle istituzioni.
«La scelta è stata quella di celebrare un figlio illustre del territorio, una figura riconosciuta per il suo impegno decennale nel campo delle scienze teologiche; autore di opere originali, apprezzate anche fuori dell’ambito nazionale -chiarisce Balestra-. Abbiamo voluto dedicare a lui un luogo importante, la fucina nella quale si formano i giovani del nostro paese, il luogo dove si pongono le basi per il futuro. Volevamo farlo a marzo [dell’anno scorso, NdA] per la coincidenza con il quinquennale della morte: ci sembrava il modo migliore per onorare la sua memoria; purtroppo non è stato possibile per il lockdown per la pandemia dovuta al Covid-19».
Padre Ortensio da Spinetoli ha sempre coltivato, fino a quando ha potuto, i legami con il paese natale (“le sue radici”, come recita un modo di dire piuttosto usato – forse abusato – oggi): lo conferma Filippo Lelli, amico personale del religioso e suo estimatore, che ricorda il rigore morale, la costanza delle idee nel corso del tempo e la chiarezza con la quale le esponeva.
Alla cerimonia avrebbero dovuto partecipare (e parteciperanno a quella che si terrà, alla fine di questo periodo di forzata sospensione delle attività) persone che lo hanno conosciuto, apprezzando la sua onestà e la sua coerenza intellettuale, che non è venuta meno fino all’ultimo, come testimonia la sua ultima opera uscita postuma (L’inutile fardello, Ed. Chiarelettere, 2017), un volume che nasce dagli inediti di Padre Ortensio ed è stato curato dagli amici, in sua memoria. Come ricorda Roberto Beretta, già nel titolo «trasparente è l’allusione all’invettiva di Matteo contro “scribi e farisei ipocriti”, i quali “legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito”».
Quest’ultima opera si avvale della prefazione di Padre Alberto Maggi, anche lui biblista, il cui intervento era previsto alla cerimonia di intitolazione. Proprio Maggi, nella Prefazione, scrive che «Come ogni libro di padre Ortensio, anche questo susciterà scandalo, scalpore, sarà fonte di polemiche e censure, e si aggiungerà ai tanti testi vivamente sconsigliati da chi ha paura di tutto ciò che è nuovo», facendo capire i tratti salienti della personalità di Urbanelli meglio di tante parole.
Alla cerimonia, voluta dell’Amministrazione comunale di Spinetoli per celebrare l’illustre concittadino e intitolargli la scuola, doveva partecipare (e lo farà in quella che sarà organizzata in seguito) Gianfranco Cortinovis, imprenditore bergamasco, «amico e erede letterario», curatore delle ultime opere letterarie del religioso.
Padre Ortensio nacque nel 1925 a Spinetoli (come ricorda una lapide apposta sul muro esterno della casa natale, vicino al Santuario della Madonna delle Grazie) come Nazzareno Urbanelli; presi i voti come frate cappuccino, assunse il nome di Ortensio nel 1946 e fu ordinato sacerdote nel 1949. I suoi studi si svolsero nelle università di Friburgo e di Innsbruck e. successivamente, al Pontificio Istituto Biblico di Roma (il Pontificium Institutum Biblicum, istituito da Pio X nel 1909). Il suo corso canonico di studi fu completato da un semestre a Gerusalemme, in Terra Santa, presso il prestigioso Studium Biblicum Franciscanum.
Dal 1954 si dedicò all’insegnamento delle Sacre Scritture (Antico e Nuovo Testamento) a Loreto, a Macerata, alla Pontificia Università Antonianum di Roma e nella Facoltà Teologica Valdese. Qualche anno dopo (1963) pubblicò l’opera Maria nella Bibbia, uno scritto innovativo che gli valse il richiamo dalla Congregazione per la dottrina della fede (già Santa Inquisizione, poi Sant’Uffizio).
Eletto Superiore provinciale dei frati cappuccini delle Marche nel 1967, continuò a insegnare e a scrivere testi esegetici. I suoi studi biblici si concentrarono sulla figura “storica” di Gesù Cristo, oscurata dal Gesù della fede. Nel 1974 fu inquisito per le sue opere e le sue lezioni: non si arrivò a una vera e propria condanna ma Padre Ortensio fu allontanato dall’insegnamento e dovette limitare gli interventi pubblici. Isolato anche all’interno del suo Ordine religioso, poté però continuare i suoi studi, frequentando la biblioteca della Pontificia Università Antonianum e scrivendo libri, sempre interessanti per le idee nuove che sapeva proporre.
Dal 1981 scelse una forma di vita semplice, ritirandosi a vivere presso una famiglia di Recanati, celebrando messa in una chiesa della città, dedicandosi ai suoi studi e continuando a “seminare” le sue idee per una chiesa povera e aperta al dialogo, mediante incontri con gruppi ridotti di fedeli. È morto a Recanati nel 2015, alle soglie dei novant’anni, per un’emorragia cerebrale.
Sarà Cortinovis, nel corso del suo intervento, a mettere in risalto la personalità di Padre Ortensio, la carica innovativa dei suoi testi che sono «una sorta di manifesto per il rinnovamento esegetico e teologico della chiesa, che per Ortensio è rimasta ferma ai grandi pensatori medioevali […]».
Una figura controversa, quella di Padre Ortensio, che ha avuto il merito di creare dubbi, porre domande, chiedersi il perché delle cose e ricercare la verità ultima; come ha scritto padre Maggi, Ortensio aveva fatto «del detto del suo Maestro e Signore lo scopo della sua vita: «Non sono venuto a portare la pace, ma la divisione…».
Un’ultima considerazione. Padre Ortensio coltivava da tempo una fraterna amicizia con Padre Raniero Cantalamessa, teologo e predicatore dell’Ordine dei frati minori cappuccini (lo stesso del frate spinetolese) recentemente nominato cardinale da Papa Francesco.
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