di Maria Nerina Galiè
Non sono emerse responsabilità, fino ad ora, a carico del 31enne che ieri sera, 7 aprile, ha travolto e ucciso con la sua auto lo zio (fratello del padre), Emidio Autunni di 69 anni, lungo la Piceno Aprutina, ad Ascoli (leggi qui).
Il giovane è risultato negativo ai test per verificare eventuali alterazioni dello stato psicofisico.
L’incidente è avvenuto prima delle ore 22, quindi non c’è stata nemmeno la violazione del coprifuoco.
Le indagini, però proseguiranno da parte dei Carabinieri della Compagnia di Ascoli, guidata dal tenente Cristiano Barboni. E con tutta probabilità entro poche ore la Procura di Ascoli procederà con l’iscrizione del ragazzo nel registro degli indagati.
Un atto dovuto secondo gli investigatori, anche per procedere con gli accertamenti necessari. La salma di Autunni si trova ora all’obitorio dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Nel frattempo sono stati posti sotto sequestro il mezzo ed il cellulare del 31enne. Si cercheranno di capire la velocità di marcia e l’eventuale uso del telefono, attraverso i tabulati telefonici e se, ad esempio, era stato da poco inviato o aperto un messaggio o se era in partenza.
Una tragedia nella tragedia per la famiglia, accaduta in un luogo non nuovo ad incidenti. L’impatto si è verificato prima del cavalcavia, all’altezza del bivio per il Marino. Entrambi i protagonisti stavano tornando a casa, a Villa Pigna.
La vittima a piedi, come era solito fare. In molti infatti lo conoscevano proprio per la sua abitudine alle lunghe camminate, senza evitare strade poco adatte al passeggio, come l’asse attrezzato di Campolungo, la Circonvallazione in città o la zona di Rosara.
Il ragazzo era stato ad Ascoli, a casa della fidanzata. Dai primi rilievi si ipotizza che l’auto ed il 69enne procedevano nella stessa direzione di marcia, quando l’anziano è stato preso alle spalle, impattando violentemente con il capo contro il parabrezza, che è andato distrutto, per poi essere scaraventato diversi metri più in là del punto di impatto.
Ai soccorritori, arrivati a bordo dell’ambulanza del 118, non è rimasto altro da fare che constatare il decesso, avvenuto sul colpo.
L’auto non si è fermata subito dopo, ma ha proseguito per qualche centinaio di metri. Segno che il conducente, come spesso avviene, non si è subito reso conto di quello che era accaduto. Ciò nonostante, una volta realizzata la gravità della situazione, seppure sotto shock è stato in grado di chiamare i soccorsi e di collaborare con gli inquirenti.
Sotto accusa anche la pericolosità della strada. Ha il limite di 50 chilometri orari, difficile da rispettare poiché non ci sono abitazioni né attraversamenti.
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