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25 Aprile, Monteprandone
ricorda Nazzareno e Guido Sgattoni
(Le foto)

MONTEPRANDONE - Il sindaco Sergio Loggi, accompagnato da altri esponenti dell'Amministrazione comunale, ha deposto fiori sulla tomba dell'ex primo cittadino e di suo figlio ucciso dai tedeschi nel 1944. Presenti al cimitero i familiari
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Il sindaco Loggi e l’assessore Iozzi con Anna Maria Sgattoni e gli altri familiari su tomba Guido Sgattoni

Nel 76° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, questa mattina 25 Aprile, il Comune di Monteprandone ha celebrato la ricorrenza con una breve cerimonia al cimitero omaggiando con dei fiori due monteprandonesi: l’ex sindaco Nazzareno Sgattoni, primo cittadino di Monteprandone dal 1920 al 1922 costretto ad abbandonare la carica a causa delle violenze dei fascisti, e il figlio Guido che il 4 gennaio 1944 venne ucciso dai tedeschi in zona Ragnola a Porto d’Ascoli.

Presenti Anna Maria Sgattoni, figlia di Guido e nipote di Nazzareno, accompagnata dal marito, dalla nipote, dalla pronipote. Con loro il sindaco Sergio Loggi, gli assessori Roberta Iozzi e Christian Ficcadenti, il presidente del consiglio comunale Antonio Riccio e il consigliere Orlando Ruggieri parente di Anna Maria Sgattoni.

Dopo aver letto le biografie e le storie di Nazzareno e Guido, Anna Maria ha arricchito il racconto di particolari. Era molto piccola, ma ha ricordato le tragiche ore in cui suo padre Guido perse la vita.

«Il 25 Aprile è il compleanno della democrazia e della libertà ottenuta grazie a uomini e donne coraggiosi che hanno fatto scelte valorose, anche a costo della propria vita – le parole dell’assessore alla cultura Roberta Iozzi – tra questi ci sono anche Nazzareno e Guido Sgattoni. A questi nostri concittadini dobbiamo dire grazie. L’Amministrazione comunale lo fa oggi con un omaggio sulle loro tombe, e continuerà a farlo nei prossimi anni con iniziative rivolte a tutti, in particolare ai più giovani. Le storie di vita di Nazzareno e Guido, come di tanti altri nostri concittadini, rappresentano la memoria storica della nostra comunità e desideriamo venga raccontata».

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