di Maria Nerina Galiè
Continua la discesa dei pazienti Covid negli ospedali delle Marche e del Piceno. In 5 giorni, a livello regionale si registra -73, per un totale di 523 persone ricoverate oggi, 27 aprile, secondo il report del Servizio Sanità (il 22 aprile ne erano 596). Di questi pazienti, 66 sono nelle terapie intensive e 457 nei reparti non intensivi.
Meno ricoveri anche nell’Area Vasta 5, dove è pronto il piano per un graduale ritorno alla normalità secondo step ben precisi, studiati dal direttore Cesare Milani, dal direttore del presidio unico ospedaliero Giancarlo Viviani e dai primari dei reparti.
Graduale e per step sono le parole chiave di fronte ad una situazione destinata a migliorare, i cui effetti però sono «più lenti di quanto ci si aspettava», commenta il dottor Viviani.
«A far scendere più rapidamente i contagi e, di conseguenza in ricoveri, un anno fa ha contribuito il lockdown. Adesso non è così, un giorno abbiamo pochissimi, o nessuno, ad aver bisogno dell’ospedalizzazione, il giorno di “recupera”.
Ciò nonostante, oggi, dopo oltre un anno di pandemia e con una seconda ondata violenta e che ci ha investito in pieno, soprattutto a novembre e dicembre, posso dire che gli ospedali dell’Area Vasta 5 hanno tenuto botta e tutto il personale ha buttato il cuore oltre l’ostacolo».
La luce in fondo al tunnel inizia a vedersi. Al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto non servono più due reparti Covid, l’1 ed il 2 non intensivi, recuperati dalla conversione di Medicina e Geriatria. Poiché i ricoveri sono scesi sotto a 30 (oggi sono 29 secondo il bollettino regionale) sarà ripristinata la Medicina pulita.
«Domani (28 aprile, ndr) – annuncia il direttore degli ospedali piceni – sarò a San Benedetto proprio per predisporre la sanificazione del reparto».
Quali saranno i prossimi step?
«Ripristinare la piena attività chirurgica, sia ad Ascoli che a San Benedetto.
Ma per questo occorre che a San Benedetto si liberi, o ridimensioni molto, la Rianimazione».
Nel frattempo, dall’eseguire solo interventi urgenti, nell’emergenza e quelli che non potevano aspettare oltre 30 giorni, da una settimana siamo tornati al Day Surgery ed alle prestazioni ambulatoriali complesse, come cataratte o tunnel carpali, ad esempio».
Com’è invece la situazione nei Pronto Soccorsi?
«Il “Madonna del Soccorso” è un po’ più in sofferenza, perché la Murg è ora la semi intensiva Covid. Ma c’è una grande collaborazione tra i primari, di San Benedetto, la dottoressa Giuseppina Petrelli, e del “Mazzoni”, il dottor Gianfilippo Renzi che lascia sempre dei posti per i pazienti che possono arrivare dalla Riviera».
Al “Mazzoni” manca il reparto Pneumologia, la cui equipe guidata dal dottor Vittorio D’Emilio gestisce la Pneumo Covid.
Resterà ancora ridimensionata la Pediatria di Ascoli, dove una parte del personale è stato adibito ai reparti Covid ma anche alle vaccinazioni.
Ortopedia non si è mai fermata in nessuno dei due ospedali così come le prestazioni ambulatoriali.
Oggi i ricoverati nella terapia intensiva diretta dalla dottoressa Tiziana Principi sono 9 (situazione invariata in 5 giorni). Ma il Servizio Regionale ne registra anche uno al “Mazzoni”, che però dovrà essere trasferito a San Benedetto.
Sono 3, 2 al “Mazzoni” ed uno al “Madonna del Soccorso” i malati Covid che aspettano al Pronto Soccorso per essere destinati al reparto appropriato o rimandati a casa dopo la visita.
I reparti di semi intensiva Covid stanno curando al momento 9 pazienti a San Benedetto e 7 ad Ascoli, mentre la Pneumo Covid non intensiva ha 7 ricoverati e la casa di cura privata “Stella Maris” solo 2.
Meno ospiti anche nella Rsa di Ripatransone: oggi sono 13.
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