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Chiesa di San Salvatore di Sotto,
gioiello dimenticato

ASCOLI - La proprietà, dopo tanti passaggi nel corso dei secoli, è del Comune di Ascoli che però non ha mai previsto una destinazione. Dopo il restauro realizzato trenta anni fa ,con fondi della Fondazione Carisap non è stata mai utilizzata. Italia Nostra: «Laboratorio o centro culturale»
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La chiesa di San Salvatore di Sotto

La chiesa romanica di San Salvatore di Sotto, un altro dei gioielli architettonici di Ascoli, continua ad essere “vietata” alla fruizione pubblica e rischia di cadere nuovamente nel degrado.

Una volta si è salvata.

Chissà se si ripeterà il “miracolo”.

Eppure si tratta di un bene dal grande valore storico.

Alla fine degli anni Novanta, a causa dell’incuria e dei continui crolli, rischiava di diventare un ammasso di macerie ma, grazie soprattutto all’appello e all’iniziativa dell’allora presidente dell’Archeoclub Mariolina Massignani, poi scomparsa, fu salvata e restaurata a seguito di un sostanzioso intervento della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli.

Dopo vari passaggi nel corso dei secoli, sconsacrata, nel 1979 è diventata di proprietà del Comune di Ascoli. Oggi l’accesso è interdetto dal cancello.

La domanda è una: come intende il Comune provvedere alla manutenzione e, soprattutto, ad una adeguata valorizzazione?

Dopo il restauro ci fu un conseguente progetto di utilizzazione. Errore imperdonabile.

«Quanto accadutoha fatto notare la sezione di Ascoli di Italia Nostraci deve indurre a fare delle amare riflessioni: non è più accettabile che si continuino a privilegiare forme di tutela passiva, sia che si tratti di singoli edifici sia che addirittura si tratti dei centri storici, accontentandosi di tutelare e salvaguardare l’integrità dei manufatti senza stabilire contestualmente le modalità di utilizzazione e le forme più sostenibili e responsabili di fruizione».

La stessa Italia Nostra aveva indicato una possibile strada: sede di laboratorio artistico o centro culturale o, almeno temporaneamente, luogo di esposizione delle opere dedicate alla figura di San Michele.

Numerosi  ed importanti artisti si sono infatti dichiarati disponibili a donare un’opera col vincolo però di un luogo dove possa essere esposta. Questo luogo, per la disperazione del presidente di Italia Nostra Gaetano Rinaldi, purtroppo, non si riesce a trovare nonostante tanti tentativi. Molto probabilmente queste opere finiranno in un’altra regione.

La chiesa di San Salvatore di Sotto, edificata seguendo i canoni dello stile romanico, è così chiamata per distinguerla dalla chiesa di San Salvatore di Sopra che fu costruita al di fuori delle mura della città oltre  Porta Romana.

Si trova nel quartiere di Porta Maggiore sulla sommità di un poggio che la tradizione identifica nel Colle di Marte ai piedi di Colle San Marco. In questo luogo si consolidò nel tempo l’abitudine degli ascolani di venerare il Salvatore ed assistere alla messa celebrata sul sagrato della chiesa il lunedì di Pasqua. Era infatti consuetudine raggiungere il poggio e “passar l’acqua” del torrente Castellano. Secondo alcuni documenti il luogo era dedicato ad un dio pagano della guerra facendo presumere l’esistenza di un tempio.

Nell’anno 1.0000 San Romualdo, promotore dell’Ordine dei Camaldolesi, qui fondò un monastero alle dipendenze dell’Abazia di Farfa. Nella Chiesa di San Salvatore di Sotto si trovava il  magnifico crocefisso ligneo policromo, dipinto e intagliato, del secolo XIII, la più antica statua di legno delle Marche,  tornato di recente ad Arquata del Tronto dopo che, a seguito del terremoto, fu custodito nel Duomo di Ascoli.


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