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Zona gialla, tornano cresime
e prime comunioni

PICENO - Il primo weekend di maggio si apre con diverse cerimonie in programma nelle parrocchie. Ragazzi e famiglie divisi in piccoli gruppi con invitati numerati e posti assegnati, nel pieno rispetto dei limiti di capienza e del distanziamento sociale
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di Federico Ameli

Prove generali di ripartenza per la diocesi di Ascoli, che in questo primo fine settimana di maggio celebrerà il tanto atteso ritorno delle prime comunioni e delle cresime.

Le panche del Duomo di Ascoli

Sono diverse, infatti, le parrocchie del territorio che hanno scelto di cogliere la palla al balzo per inaugurare nel migliore dei modi il primo weekend tinto di giallo, cercando di recuperare il tempo inevitabilmente perduto in questi lunghi mesi trascorsi all’insegna delle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria.

Il tutto, ovviamente, nel pieno rispetto delle norme anticontagio, come garantisce anche don Giampiero Cinelli, direttore dell’ufficio diocesano Comunicazioni sociali.

«Il vescovo Pompili – spiega- ha dato l’ok alle celebrazioni, da svolgersi in piccoli gruppi e con tutte le accortezze del caso. Alcune parrocchie della Vallata del Tronto, tra le altre, partiranno già in questo fine settimana con i primi gruppi delle comunioni e delle cresime, mentre per i miei ragazzi di Monticelli ho scelto di rimandare il tutto a settembre».

Per rispettare i limiti di capienza delle singole chiese imposti dall’emergenza Covid, sacerdoti e catechisti hanno messo a punto una macchina organizzativa senza precedenti, stabilendo una serie di date aggiuntive per poter consentire il regolare svolgimento delle celebrazioni a un massimo di dieci ragazzi per turno, con tanto di numero contingentato di invitati e posti già assegnati nel tentativo di limitare al minimo le occasioni di contagio.

Don Giampiero Cinelli

Per scongiurare inoltre ogni genere di rischio e tranquillizzare ulteriormente i partecipanti, i parroci più scrupolosi, in collaborazione con i centri analisi della zona, hanno anche messo disposizione i locali parrocchiali per una preventiva tornata di tamponi, in modo da tutelare la salute dei ragazzi e delle loro famiglie.

Chi invece non ha conosciuto soste neppure nelle settimane più buie di lockdown è il sacramento del battesimo, anche per via della natura più intima e meno collettiva del rito. «Da quel punto di vista non ci siamo mai fermati – conferma don Giampiero – adottando però un protocollo particolare: per procedere all’unzione, infatti, ci siamo serviti di un batuffolo di ovatta per evitare ogni sorta di contatto con i bambini».

Per quanto riguarda invece la componente più conviviale della cerimonia, quella del pranzo o della cena, come di consueto saranno i singoli nuclei familiari a scegliere come muoversi, con i più che cercheranno di attenersi alle normative vigenti organizzando un semplice rinfresco tra le quattro mura domestiche e qualche nostalgico dell’abbuffata che invece opterà per un pasto in pompa magna.

Sorridono anche parrucchieri, fotografi e tutti gli altri professionisti del settore, che dopo un anno di stop potranno finalmente tornare a recitare la propria parte nell’ambito di una giornata di festa che, in un senso o nell’altro, si prospetta indimenticabile, nella speranza che comunioni e cresime delle comunità nostrane possano rappresentare un passo avanti verso un graduale ritorno alla normalità.


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