«Ecco quello che tutti vorremmo tornare a vedere in Piazza del Popolo»: così un cittadino ha commentato il momento di musica e balli portato tra le vie del centro di Ascoli da alcuni ragazzi.
Si tratta di un gruppo di professionisti dello spettacolo, da troppo tempo tenuti a freno e lontane da teatri e pubblico per le misure necessarie a contrastare la diffusione del Coronavirus.
La voglia di tornare a godersi la vita non riguarda solo alcune categorie di cittadini e lavoratori. Ci sono anche loro, tenuti da parte perché la loro attività ritenuta “non indispensabile”.
Ieri, 1 maggio e festa dei lavoratori, hanno portato una ventata di gioia dove si sono esibiti, ben distanziati e con le mascherine, coinvolgendo anche diversi passanti che hanno aderito spontaneamente al momento di festa che si è creato, sempre nel rispetto delle regole anti Covid.
“Chiamata alle arti” è il titolo del flash mob che gli artisti ascolani hanno messo in atto ad Ascoli, traendo ispirazione da un iniziativa partita da una stazione di Parigi.
«L’azione si sta diffondendo in diversi Paesi europei – spiegano i protagonisti – e la canzone “Danser Encore” da settimane viene tradotta in tutte le lingue. Per l’occasione è stata anche tradotta e riadattata in italiano.
I gruppi artistici estemporanei si sono creati senza una vera organizzazione.
La “chiamata alle arti” – continuano gli artisti – si è diffusa attraverso una catena di condivisione tra amici, colleghi e conoscenti andando ben al di là della città di Ascoli.
Al flash mob hanno infatti partecipato liberi cittadini delle province di Ascoli, Fermo, Macerata e Ancona e l’obiettivo è quello di organizzarne altri in tutte le piazze delle Marche e d’Italia.
Diversi gruppi di altre regioni si stanno già organizzando.
La scelta del giorno, la festa dei lavoratori, era importante per ricordare il ruolo fondamentale che la cultura e quindi anche i lavoratori dello spettacolo, fermi da più di un anno, hanno all’interno della società.
Con questa azione, oltre a voler riportare come singoli individui la voce e il corpo al centro dello spazio pubblico, i partecipanti hanno reso evidente quanto la potenza del momento comunitario – quella dimensione che in questo periodo ci manca tanto – possa fare la differenza».
È questo infatti il senso del ritornello: “Noi vogliam continuare a danzare ancor. Ridare corpo al pensiero e al cuor
Noi siam gli accordi di questa canzon”.
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