Il suo motto? “Goditi la vita”. Ed è così che oggi, giovedì 6 maggio, taglia il traguardo dei 104 anni Vincenza Gorgoglione. Lo fa a Grottammare, dove vive da 46 anni, nel giardino comunale, ricevuta insieme ai suoi cari, dal sindaco Enrico Piergallini e dal presidente del Consiglio Stefano Troli.
Ha vissuto momenti felici e altri molto meno, come la Guerra che ha vissuto a Milano, la sua città. Lavorava in una sartoria frequentata prima del Conflitto dalla ricca borghesia. Aveva un fratello, Michele, bersagliere in Russia prima e partigiano poi in Italia.
Figlia di emigranti pugliesi, nacque il 6 maggio 1917 («mio padre era guardiano delle officine tedesche Krupp») e nel 1960 lasciò la Lombardia trasferendosi nelle Marche per seguire il marito, imprenditore del legno. Andarono di casa a San Benedetto, dal 1975 a Grottammare.
«Inizialmente non ero proprio contenta di trasferirmi nelle Marche, poi mi sono ricreduta – dice Vincenza, perfettamente lucida – però mi è sempre piaciuta di più Grottammare».
Lo dice ammiccando al sindaco Piergallini, con il quale si è intrattenuta in un intenso dialogo sugli intrecci della vita privata con la storia d’Italia. E alla fine lo ha esortato a proseguire nella carriera politica.
Vincenza ha due figli, Fiorenza e Pino, quattro nipoti e cinque pronipoti.
Nelle riunioni di famiglia è ancora lei a tenere banco («mi piace stare con i giovani»). Quattro anni, quando tagliò il traguardo dei 100 anni, i familiari le organizzarono una festa in Piazza Peretti al Paese Alto. Quel giorno una nipote le chiese «Nonna te li senti i tuoi 100 anni?». La sua risposta, valida anche oggi: «Neanche per sogno!».
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