di Salvatore Mastropietro
Le motivazioni nel calcio fanno la differenza e al “Bentegodi” di Verona tra Chievo ed Ascoli se ne è avuta l’ennesima dimostrazione. Con un netto 3-0 gli uomini di Aglietti, bisognosi di tre punti per consolidare la qualificazione ai playoff, si sono imposti su quelli già salvi di Sottil, infarciti di seconde linee che non sono riuscite a sfruttare l’opportunità. Resta e resterà per diverso tempo, comunque, tra i bianconeri la soddisfazione per quella che è una vera e propria impresa dopo una prima parte di campionato da incubo.
Nel post partita si è presentato davanti ai microfoni il difensore bianconero Gabriele Corbo, che ha esordito ricordando il tifoso Domenico Iena scomparso in mattinata: «Peccato perché avremmo voluto dedicare una vittoria al tifoso Domenico Iena, scomparso questa mattina. Quanto alla gara, credo che abbiamo disputato un buon primo tempo. Abbiamo subìto un gol sciocco, che potevamo evitare, poi abbiamo reagito. Nel secondo tempo siamo rientrati in campo con l’intenzione di riprendere la gara, ma il raddoppio del Chievo ha chiuso un po’ il match. Eravamo venuti a Verona con l’intento di terminare in bellezza un campionato straordinario da parte di tutti, ma non è andata così. Abbiamo incassato due gol a causa di tante palle perse, che avremmo potuto gestire meglio».
Corbo ha poi tracciato un bilancio personale sul campionato appena concluso: «Oggi sono stato impiegato dall’inizio, ho cercato di fare il mio, ma, quando subisci tre gol, è chiaro che qualcosa dietro non è andato. A livello personale questa stagione è stata di alti e bassi. I primi mesi ho avuto più minutaggio rispetto alla seconda parte di stagione, ma ho dato sempre il massimo negli allenamenti e in campo. Quest’anno credo di essere cresciuto molto mentalmente, sono riuscito a gestire i momenti in cui non giocavo. Ho trovato gruppo eccezionale, Dionisi è il mio secondo papà, così come Brosco, Kragl, Eramo e Pucino. La salvezza è stato un risultato straordinario, tante volte mi ha chiamato Orsolini per dirmi “Mi raccomando, salvate il mio Ascoli!”».
Dal “Bentegodi” è intervenuto anche Mirko Eramo, pedina importante nella salvezza bianconera dopo una prima parte di stagione trascorsa fuori rosa: «La gara l’abbiamo giocata fin da subito a viso aperto, il primo gol del Chievo ci ha tagliato un po’ le gambe. Abbiamo cercato di recuperare, poi il raddoppio ha chiuso la partita. Probabilmente ha influito il fatto che l’avversario avesse qualche motivazione in più».
Anche il centrocampista ha fatto un bilancio della sua stagione in bianconero: «Lasciamo stare i primi sei mesi perché ero ai margini. Il mio campionato è iniziato con Mister Sottil e col DS Polito che mi hanno dato l’opportunità di dare una mano sia in campo che fuori. Credo di essere riuscito a dare mio contributo insieme ad altri, siamo riusciti a creare un gruppo straordinario. Mi è dispiaciuto tanto per i miei primi sei mesi. Non mi davo una spiegazione, ma, come ho detto, ho lasciato da parte quel periodo e ho messo tutto me stesso in campo quando sono stato chiamato in causa. Voglio ringraziare pubblicamente Mister e DS perché non era facile rimettere in gruppo un giocatore che con due allenatori era stato fuori. Adesso mi godo un po’ la famiglia, mia moglie Daniela è in attesa del terzo bimbo, facciamo un po’ di mare. Stacchiamo la spina perché sono stati mesi duri mentalmente e mi ricarico per il prossimo campionato in bianconero».
Serie B: Salernitana con l’Empoli in A, Spal fuori dai playoff, niente playout
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati