di Salvatore Mastropietro
È scattato ieri sera, appena dopo il rientro dalla trasferta di Verona, il “rompete le righe” in casa Ascoli. Non sono in programma nuovi allenamenti ed i bianconeri sono stati lasciati liberi di cominciare il periodo di vacanze. Si è conclusa ufficialmente, dunque, una stagione piuttosto intensa e dalle molteplici facce con un epilogo fortunatamente positivo. Per il raggiungimento dell’obiettivo salvezza, che a tratti era sembrato molto distante, ci è voluta una vera e propria impresa. Nelle tante dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni diversi protagonisti del campionato bianconero, dalla società ai calciatori, hanno evidenziato quelli che sono stati i vari punti critici e punti di svolta nel cammino dell’Ascoli 2020-2021.
Il più grande, in negativo e in positivo, coincide con il periodo a cavallo tra l’esonero di Delio Rossi e l’ingaggio di Andrea Sottil, scelto in prima persona dal direttore sportivo Ciro Polito, subentrato in corsa ad un Giuseppe Bifulco di fatto delegittimato dagli albori della nuova stagione. In negativo perché con la sconfitta sul campo del Monza del 22 dicembre 2020 il Picchio aveva inanellato la quinta sconfitta in sei partite sotto la gestione del tecnico romagnolo, che si andavano a sommare al piuttosto magro bottino del suo predecessore Valerio Bertotto (5 punti in 8 partite). In positivo perché quella scelta effettuata dal ds ex Juve Stabia si sarebbe rivelata, assieme ad una serie di importanti scelte in sede di mercato, la vera chiave di volta della stagione dell’Ascoli.
Andrea Sottil, sulle cui spalle c’era una lunga gavetta decennale tra Serie C e D ed una salvezza ai playout ottenuta col Pescara nello scorso campionato, si è calato subito al 100% nella realtà bianconera presentandosi con una sorta di terapia d’urto, che ha permesso alla squadra di conquistare ben 7 punti nelle prime tre partite della sua gestione, più di quanto i suoi due predecessori avessero fatto in 14 turni. Il resto è già storia con una salvezza conquistata grazie ad una cavalcata memorabile, culminata con le cinque vittorie in sei partite ottenute dopo la brutta sconfitta di Cosenza del 2 aprile, da molti definito come il punto più basso dell’intera gestione.
38 punti in classifica in 24 partite, frutto di 10 vittorie, 8 pareggi, 6 sconfitte. A ciò si aggiungono i 27 gol fatti a fronte di 24 subiti. Questo il bottino della gestione Sottil, che può vantare inoltre una media di 1,58 punti a partite. Un ritmo di marcia che, stando alla matematica ma soprattutto a quanto fatto vedere in campo, avrebbe proiettato l’Ascoli in piena zona playoff. Basti pensare che dall’approdo del tecnico piemontese in poi solo Empoli, Salernitana, Lecce, Monza e Reggina hanno fatto meglio, e non di molto. Un bottino che ad Ascoli, se si esclude la breve e vincente esperienza di Dionigi della passata stagione (media di 1,56 in 9 partite), non si vedeva da tanto tempo e che i tifosi sperano possa rappresentare una base solida per il prossimo campionato, il 25esimo del Picchio in Serie B.
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