di Luca Capponi
«A quando i primi cantieri? Questo non riesco a dirlo ma mi auguro e spero che per la fine dell’anno vedremo qualcosa muoversi in materia di viabilità, per le prime opere di messa in sicurezza delle strade».
Sono giorni concitati ad Arquata, anche se in realtà purtroppo è così da quasi 5 anni. Il sindaco Michele Franchi corre da una parte dell’altra. E nel frattempo prova a scandire i tempi di una ricostruzione che, finalmente, sembra avere imboccato la via giusta dopo anni di stallo.
Uno degli ultimi passi è stato quello riguardante la proposta di Programma Straordinario per la Ricostruzione del capoluogo stesso.
Un documento corposo di oltre 100 pagine, dettagliatissimo, sviluppato dal Settore Tecnico del Comune (Mauro Fiori, Fabio Tosti, Davide Olivieri e Sante Corradetti) in collaborazione con la struttura commissariale e con l’Usr che, dopo il là del consiglio comunale (che dovrebbe arrivare a fine maggio), finirà all’esame della conferenza permanente di cui fanno parte, tra gli altri, la Regione e l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione.
«Il Psr nasce dall’ordinanza 107 del commissario Legnini, che permette un canale preferenziale per i centri più colpiti dal terremoto, e riguarda le opere pubbliche e i sottoservizi come, ad esempio, rete fognaria e viabilità -continua Franchi-. Inutile dire che per noi si tratta di un passaggio importante, che definirà i futuri assetti di Arquata e che dà un segnale forte di ripartenza».
«La parte importante riguarda la possibilità di poter agire in maniera unitaria, tutti insieme, pubblico e privato, senza che le pratiche si riversino in mille rivoli burocratici e, soprattutto, quella di poter ricostruire in piena sicurezza -conclude Franchi- Utilizzeremo lo stesso strumento anche per le frazioni».
Nel Psr sono individuate le opere pubbliche prioritarie. In primis, appunto, il ripristino della viabilità principale e di quella secondaria. Spicca lo stato della provinciale 129, l’unica di accesso ad Arquata e che collega il borgo con la Salaria e la Tre Valli Umbre, arteria che ha subito ingenti danni e sicuramente rappresenta un punto fondamentale, il cui costo di ripristino, caratterizzato da molteplici e delicati interventi, è stimato sugli 8 milioni di euro (8.718.400 euro).
Mentre per le strade di proprietà comunale, emerge il ripristino definitivo di via Roma, che garantiva l’unico accesso carrabile a piazza Umberto I, il cui costo si attesterebbe oltre il 1 milione di euro.
Altro passaggio riguarda la messa in sicurezza degli edifici che sono rimasti indenni dopo le scosse del 2016/2017. Anche qui, nel documento, si fa riferimento alla necessità immediata di effettuare sopralluoghi sia sul pubblico che sul privato, semplificare la procedure autorizzative e garantire la salvaguardia storico/architettonica dell’edificato, oltre alla necessità di avere un unico soggetto attuatore.
Si passa poi alla parte cosiddetta “Progetto di suolo“, dove si parla di riedificare quanto caduto nel cuore di Arquata sulla stregua di come era prima della tragedia e di farlo su solide “fondamenta”.
«Il Piano Attuativo, al di là di prevedere l’auspicata fedele ricostruzione degli edifici simbolo, dovrà prevedere la ricomposizione dell’inconfondibile skyline di Arquata -si legge-. Questo skyline frutto delle secolari espansioni del centro rappresenta la sintesi tra i caratteri naturali del luogo e le strutture antropiche che definiscono il paesaggio arquatano. Imprescindibile è inoltre la conferma dell’impianto originario come più antica testimonianza della storia processuale dell’insediamento: il sistema delle percorrenze e soprattutto la scansione del tessuto urbano dal cui mantenimento dipendete la continuità con la spazialità perduta».
«La conformazione del tessuto urbano, che inevitabilmente legava i muri perimetrali degli edifici con le opere di sottofondazione delle strade (nella maggior parte dei casi coincidenti), di fatto creava una simbiosi che ad oggi rende complesso programmare la sua ricostruzione -si legge ancora nel documento-. Con il Psr si propone di anticipare alla ricostruzione dell’edificato, la realizzazione pubblica di terrazzamenti (su cui sorgeranno gli edifici), le strade e le relative opere di contenimento tra i diversi livelli. Per realizzare tali opere pubbliche sarà necessario predisporre un “progetto di suolo” che coordini la progettazione e realizzazione dei piani di imposta dei fabbricati».
Capitolo recupero e/o ricostruzione degli edifici pubblici: tra questi c’è la storica Rocca Medievale, ancora in piedi, costo sui 4 milioni di euro, il cui iter può essere attivato indipendentemente dalla ricostruzione dell’abitato poiché in posizione isolata. Tra le priorità indicate nel Psr, ci sono la progettazione e i lavori per il nuovo Municipio (3 milioni di euro), della Torre Civica (450.000 euro) e della chiesa della Santissima Annunziata (1.300.000 euro).
Infine, la parte riguardante i sottoservizi (metano, luce, acqua), la rete viaria e gli spazi pubblici, per un costo di circa 5.100.000 euro.
Alla fine delle 135 pagine, si tirano anche le somme: il totale per le opere pubbliche da realizzare ad Arquata è di quasi 47 milioni euro (46.791.400 euro), di cui ancora da finanziare 33.938.000 euro.
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