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Vaccini, superate le 100.000
somministrazioni nel Piceno
Anticorpi variano per età e sesso

EMERGENZA CORONAVIRUS - Il laboratorio di Biologia Molecolare del "Mazzoni" sta portando avanti uno studio, richiesto dall'Asur Marche, per vedere gli effetti del farmaco. Test su 1.800 volontari, dipendenti di Area Vasta 5. Ecco i primi risultati
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Claudio Angelini e Antonio Fortunato

di Maria Nerina Galiè
Vaccini senza sosta nel Piceno, dove sono state somministrate ad oggi, 16 maggio, oltre 100.000 dosi tra prime e richiami.
Un bel risultato per il dottor Claudio Angelini, direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5, impegnato nell’imponente macchina organizzativa.
In linea con quanto aveva anticipato a Cronache Picene (leggi qui), nel frattempo sono partite anche le prenotazioni di quella che si può ormai definire la campagna di massa.

Nelle Marche da ieri, 15 maggio, nella fascia di età 50-59 anni tra le ore 12 alle 20 si sono iscritte 43.821 persone. Da mercoledì 19 maggio al via per i 40-49.

Filippo Saltamartini

«Tuttavia – afferma l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartinianche la Regione è in attesa di conoscere i particolari della maxi fornitura di vaccini, di circa 500.000 dosi, prevista dal Commissario Covid per il mese di giugno. Per spiegare le difficoltà di programmazione e organizzazione è necessario sottolineare che le informazioni sui rifornimenti arrivano con circa 10 giorni di anticipo».

Tra i vaccinati il numero degli anticorpi sviluppati varia in base all’età e al sesso. A produrne in quantità maggiore sono i più giovani e, a parità di età, le donne.
A dirlo sono i primi risultati di uno studio che sta conducendo, da un paio di mesi, il laboratorio di Biologia molecolare del “Mazzoni” di Ascoli, diretto dal dottor Antonio Fortunato (primario di Patologia Clinica dell’Area Vasta 5).
«Ma attenzione – precisa il dottor Fortunato – l’efficacia del vaccino non dipende tanto dalla quantità di anticorpi sviluppati dall’organismo, quanto dalla capacità delle cellule di aver imparato a produrli».
L’indagine è partita su input dell’Asur Marche ed i campioni di sangue analizzati sono del personale delle Aree Vaste che ha aderito su base volontaria.
In Area Vasta 5 si sono sottoposti all’esame 1.800 dipendenti.

«L’idea dello studioafferma il direttore del laboratorioè venuta fuori dal fatto che diversi i vaccinati si sottoponevano all’esame per il controllo del livello di anticorpi.

Allora è stato deciso di farlo in un unico laboratorio, che esegue i test con un metodo uguale per tutti. Ora i test dovranno ripetersi, temporizzati, sulle stesse persone, anche per capire quanto tempo gli anticorpi rimangono in circolazione e come si comportano in un determinato lasso di tempo».



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