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L’impianto di biometano di Relluce
approda in Consiglio comunale

ASCOLI - La seduta è in programma giovedì 3 giugno alle ore 15 in videoconferenza. Il progetto presentato dalla società "Ascoli Servizi Comunali" prevede la produzione di combustibile liquefatto e concime utilizzando la frazione umida dei rifiuti
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La proposta per realizzare l’impianto per la produzione di biometano liquefatto e concime dai rifiuti organici (leggi l’articolo) nei pressi della discarica di Relluce (Ascoli) approda in Consiglio comunale.

La seduta è stata convocata per il 3 giugno 2021 in modalità streaming e sarà visibile tramite il link presente sul sito del Comune di Ascoli.

La zona dove dovrebbe essere realizzato l’impianto di Relluce

La proposta per la realizzazione dell’impianto è stata avanzata dalla società Ascoli Servizi Comunali e prevede la costruzione di un fabbricato con all’interno gli impianti necessari per lavorare la frazione umida e il recupero di una casa colonica da destinare a uffici e spogliatoi.

Al momento la proposta è all’esame della Conferenza dei servizi indetta dalla Provincia di Ascoli che ha deciso di istituire dei tavoli tecnici per esaminare la corposa documentazione allegata al progetto (leggi l’articolo).

I tavoli tecnici dovranno concludersi entro il 29 giugno 2021 come stabilito nella riunione del 22 aprile scorso.

Contro il progetto si scaglia con veemenza il sindaco di Appignano del Tronto, Sara Moreschini, alla luce proprio delle prime riunioni dei tavoli tecnici che hanno preso avvio la scorsa settimana.

La stessa Moreschini, che era intervenuta criticamente dopo la prima riunione della conferenza dei servizi (leggi l’articolo), rincara la dose.

«Come al solito -accusa il primo cittadino- la ditta fa un sacco di confusione, oltre 120 documenti presentati ma molto carenti delle informazioni necessarie e a tratti in contrasto l’uno con l’altro.
E’ stato presentato un progetto per la produzione di biometano facendolo passare per “sostenibile” in una zona dove la rete del metano non esiste e che quindi (dopo la produzione) deve essere liquefatto e poi trasportato con delle autobotti in giro per le strade per arrivare chissà dove, fare “affari” con i rifiuti, in una zona di cui già dispongono.

L’area della discarica di Relluce

Infatti quel terreno agricolo su cui oggi hanno progettato questo impianto di digestione lo hanno acquistato pochi anni fa per poco meno di 1 milione di euro, ci avevano progettato la Vasca 6, che è stata bocciata alla valutazione di impatto ambientale per gravi problematiche tecniche e ambientali.

Allora, ecco qua che c’è la necessità di recuperare l’investimento e questo nuovo impianto è la loro ultima invenzione, per continuare a perseguitare un territorio.
La verità -conclude- è che questo impianto è sostenibile solo ai loro bilanci anche grazie agli incentivi che prenderebbero nell’eventualità di una approvazione. Tra l’altro un impianto sovrastimato per migliaia e migliaia di tonnellate, che vorrebbe dire per questa provincia, importare rifiuti da altre regioni. Noi ovviamente non ci stiamo, e lavoreremo affinché questo progetto venga bocciato, perché è ingiusto, sovrastimato e non sostenibile per questo territorio».

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