di Luca Capponi
Morire in quello che doveva essere un pomeriggio di spensieratezza con gli amici. Un soffio, un attimo e la vita di un 17enne si è spenta nel peggiore dei modi: malore in acqua e annegamento.
È accaduto nel pomeriggio di venerdì 4 giugno lungo le sponde del fiume Castellano, in una zona molto frequentata soprattutto nella stagione calda, da cui si accede attraversando il ponticello nei pressi della Cartiera Papale. Una meta di tanti, tra cui molti giovani, immersa tra natura e acque cristalline.
Il giovane si trovava in gruppo. Sembra facesse parte di un centro di accoglienza per minori della zona, in uscita insieme agli accompagnatori.
Poco prima delle 17, la fatalità. Un tuffo, forse per giocare, forse per trovare refrigerio, e un malore, un mulinello o il fondo roccioso che gli ha impedito di tornare su. Momenti di panico, urla, la chiamata ai soccorsi. Ma da quel momento del giovane si sono perse le tracce per ore.
Sul posto sono giunti subito i Vigili del fuoco, pattuglie di Municipale e Carabinieri ed anche una squadra del Soccorso Alpino. I pompieri, encomiabili, si sono immersi per cercarlo, ma nulla da fare anche a causa della scarsa visibilità. Ci è voluto l’intervento del Nucleo subacqueo giunto direttamente da Ancona per trovare il corpo del ragazzo, rimasto incastrato proprio a pochi metri dal punto del tuffo, vicino a una dei salti d’acqua davanti alla spiaggetta principale.
Il corpo del ragazzo è stato portato a riva intorno alle 20. Ma ancora, erano passate di poco le 21, non erano state espletate tutte le formalità di rito sul cadavere.
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