di Francesca Marsili
Consentirà di individuare le persone fragili rimaste nell’ombra e non ancora vaccinate oltre ad essere in grado di stabilire una priorità per la vaccinazione dei più vulnerabili indipendentemente dalla fascia di età mettendo in comunicazione la piattaforma nazionale, quelle regionali e i database dei medici di medicina generale dove sono conservati tutti i dati di ogni singolo paziente.
Si chiama “Prisma” ed è un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale realizzato in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria informatica dell’Università Politecnica delle Marche assieme alla Federazione italiana dei medici di medicina generale.
«In Prisma c’è molta testa “Made in Marche” – spiega Emanuele Frontoni, docente di Informatica, Computer vision e Deep learning del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università Politecnica delle Marche – è nato alla fine del 2020, quando abbiamo capito che ben presto sarebbero arrivati i vaccini muovendoci subito con la medicina generale. L’algoritmo – prosegue Frontoni – è stato creato da me assieme a tanti giovani ricercatori del Politecnico anconetano in collaborazione con la Fimmg e Paolo Misericordia responsabile nazionale del Centro Studi Nazionale Fimmg».
A spiegare il funzionamento dell’algoritmo, insieme a Frontoni, è anche Massimo Magi, medico di medicina generale a Castelfidardo e segretario regionale della Fimmg che nel progetto si è occupato di informare sulla sua progressiva realizzazione.
Dottor Magi, a cosa serve e come lavora Prisma?
«Serve per individuare le persone che non sono state vaccinate e questo si ottiene incrociando le liste dei nostri pazienti, presenti nei nostri database, con quelle delle piattaforme regionali; nel caso delle Marche con la piattaforma “Primula” dove vengono inserite tutte le persone vaccinate e permette quindi di “scovare” quelli che non lo sono. E’ un progetto già operativo in diverse regioni. Ci aiuterebbe a fare quella vaccinazione di qualità a cui fa riferimento sia il generale Francesco Figliuolo che il ministro Speranza ovvero scovare quelle sacche di soggetti che non sono vaccinati e con la capacità persuasiva del medico di famiglia poterli raggiungere e vaccinare».
Come mai nelle Marche l’algoritmo non è ancora operativo?
«Nella nostra regione – spiega Magi – non è operativo perché sono queste ultime che devono consentire alla piattaforma di NetMedicaItalia (quella in dotazione ai medici di medicina generale) – dove sono inseriti tutti i dati dei nostri pazienti – di poter accedere, allinearsi e interfacciarsi con le piattaforme che la regione utilizza. Occorre avere dei codici di linkaggio e interfacciamento per poter far sì che queste due piattaforme possano colloquiare. E’ la Regione Marche che deve concedere questa cooperazione tra le due piattaforme, per altro prevista nel protocollo nazionale sottoscritto dai medici di famiglia. Se non si realizza questo matching rimangono due mondi a sè. L’abbiamo presentata alla Regione, ma non abbiamo ancora avuto risposta. Speriamo che prevalga il buon senso attraverso un sistema sinergico e non concorrenziale, spero sia questo il nuovo corso della politica marchigiana: laddove ci sono delle buone idee far sì che queste si possano applicare. Dobbiamo costruire una rete di sevizi per tutelare la cittadinanza e non sprecare risorse».
Di cosa ci sarebbe bisogno in questo momento?
«Ora occorre una vaccinazione diffusa dopo quella di massa che è servita inizialmente per dare un pugno – continua Magi -, e questa può avvenire solo attraverso il medico di famiglia con questo tipo di risorse; una campagna vaccinale che vada a raggiungere i soggetti che per diversi motivi non sono stati raggiunti dal vaccino, talvolta anche dalle corrette informazioni, e il medico li vada a scovare e vaccinare. Ma questo può avvenire solo se creiamo la rete delle opportunità, se viaggiamo separati perdiamo una ricchezza che è lì a portata di mano del territorio».
Sin qui Magi. Secondo Frontoni, la campagna vaccinale dovrà passare presto da una fase emergenziale, ad una più ordinaria e programmatica che tenga conto delle fragilità.
L’algoritmo può rispondere a diverse esigenze, non solo scovare i non vaccinati?
«Prisma prende le informazioni dai database della medicina generale che è aggregato e raccoglie i dati di tutti i pazienti – spiega Frontoni -. A partire da questa azione abbiamo creato un algoritmo di machine learning, di intelligenza artificiale, che può anche risponde all’esigenza di come mettere in fila il paziente da vaccinare per ordine di fragilità. Ad esempio: i 2000 pazienti del dottor x possono banalmente essere messi in fila per fasce di età, ma questa è la soluzione più inefficiente perché ho tanti soggetti fragili sparpagliati nelle varie fasce di età. Se prendo ad esempio la finestra 50-59 anni ci trovo dentro tanti fragili che hanno priorità rispetto agli altri e per far questo l’algoritmo apprende dai dati inseriti manualmente dai medici di base. Dopo che la parte algoritmica ha fatto la sua analisi dei dati, inizia ad elaborare in autonomia reclutando in ordine di priorità i soggetti da vaccinare in area Covid. Prisma va a cercarsi una serie di caratteristiche del paziente che fanno pensare essere un soggetto fragile e gli dà priorità appunto, e poi, in automatico, inizia a prenotarlo e metterlo in lista nei vari slot di tempo che il dott x dedica al vaccino. È anche in grado di avvisare l’utente con un messaggio dicendogli per esempio che lunedì prossimo alle 10,30 c’è disponibilità per fare il vaccino. Poi ovviamente è sempre il medico a prendere la decisione finale ma è la principale soluzione italiana che permette alla medicina generale di andare a sistemare la priorità dei fragili da vaccinare a prescindere dalla macrocampagna. E’ anche in grado di tirar fuori coloro che sono “sfuggiti” e effettuare un operazione di stimolo invitandoli a vaccinarsi fornendo loro una finestra temporale e un luogo».
Professor Frontoni, Prisma potrebbe essere riadattato per future campagne vaccinali?
«La cosa interessante è che immaginando le prossime campagne – spiega Frontoni -, perché andremo avanti così anche in autunno, è che già da adesso potremmo iniziare ad essere pronti a vaccinare mettendo le persone in ordine di priorità e non aprendo alle fasce di età. È più importante che procedere per età e sarà cruciale per un futuro piuttosto prossimo in cui dovremmo velocemente rifare le terze dosi e evitare che qualcuno ci rimanga in mezzo con nuove morti».
Sotto quali altri aspetti questo lavoro di intelligenza artificiale viene in supporto della vaccinazione?
«Anche dal punto di vista dei dati Prisma – continua il docente dell’Università Politecnica -, grazie al suo accesso agli archivi della medicina generale, diventa fondamentale. Nel caso di questa prima parte della vaccinazione abbiamo compilato a mano tutta una serie di informazioni richieste per l’inoculazione del vaccino mentre questo algoritmo l’anamnesi del paziente la produce in automatico. L’unico sistema che possiede dati strutturati da anni e anni è il mondo della medicina generale: sa quali farmaci utilizza il paziente e quali possono essere incompatibili con il vaccino. E’ in grado di analizzare tutti i rischi: se un paziente può essere soggetto a trombosi ad esempio, un conto è farlo a mente, un conto a farlo con dei dati statistici seri. Nella fretta di mettere in piedi un sistema ci si è forse dimenticati che i dati, fondamentali per la vaccinazione, da qualche parte i dati stanno scritti, non siamo nel 1950».
La mancata compilazione preventiva dei documenti da presentare al momento della vaccinazione è un problema che si ravvisa frequentemente, soprattutto tra le persone più anziane, generando ritardi e lunghe file. Recuperare i fragili rimasti nell’ombra, è l’obiettivo del software di Net Medica Italia, con il coinvolgimento di CittadinanzaAttiva, Fimmg, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università Politecnica delle Marche con un panel di esperti come Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università di Pisa e Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute. Prisma non è attivo nelle Marche ma in altre regioni come la Campania e la Puglia, è stato presentato nei giorni scorsi al ministro Speranza e al commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo.
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