di Martina Marinangeli
(foto-video di Giusy Marinelli)
Tour marchigiano per il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che oggi ha toccato con mano l’organizzazione anti-Covid del territorio, con diverse tappe tra Ancona e San Benedetto. Nel capoluogo dorico, il primo pit stop è stato in Regione, per un confronto a tutto campo con il governatore Francesco Acquaroli durante il quale si è parlato di gestione della pandemia e Pnrr.
Poi, con il presidente e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, la carovana di auto scortate dalla Digos si è spostata all’Inrca, dove Forza Italia aveva organizzato un sit in per chiedere le dimissioni del direttore generale Gianni Genga e per spingere affinché l’attività chirurgica riprenda nel più breve tempo possibile.
«Il Comune e la Regione ci dicano cosa intendono fare», commenta Teresa Dai Prà, coordinatrice degli azzurri di Ancona. Ad attendere l’arrivo di Costa, anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, che si è accodato al tour anche nella terza tappa nel capoluogo, quella al centro vaccinale al PalaPrometeo.
Qui il sottosegretario ha sottolineato «il lavoro straordinario fatto dal territorio, con numeri che posizionano le Marche al di sopra della media nazionale. Continuiamo così, nella consapevolezza che la vaccinazione è l’unica via d’uscita da questa pandemia, anche nei confronti di eventuali varianti. Confermo l’obiettivo di arrivare a fine settembre all’immunità di gregge nel nostro Paese, a maggior ragione qui nelle Marche visto il ritmo a cui si sta vaccinando». Quanto alla necessità di un’eventuale terza dose, ha spiegato che «siamo in fase di studio. È presumibile che ce ne sarà bisogno. I dati che abbiamo oggi ci dicono che l’arco temporale dovrebbe essere di un anno».
Inevitabile, poi, un passaggio sulla variante Delta, che sta preoccupando anche il nostro Paese.
«I dati ci dicono che, di fronte a cittadini che hanno completato il ciclo di vaccinazione, la variante Delta è molto meno aggressiva -spiega Costa-. Ci può essere un contagio, ma raramente porta all’ospedalizzazione. Una ragione in più per completare la vaccinazione, veicolando un messaggio positivo verso quei cittadini che ancora oggi sono scettici. Dobbiamo potenziare il sequenziamento del virus ed abbiamo messo a disposizione 10 milioni di euro: l’Iss farà da cabina di regia nel mettere a sistema i nostri istituti di ricerca. E dobbiamo proseguire con il tracciamento, che oggi con pochi casi può essere ancora più puntuale».
Intanto, da lunedì è in vigore un’ordinanza che prevede una quarantena di cinque giorni per gli arrivi dall’Inghilterra. Se la vaccinazione è la chiave per uscire dall’incubo Covid, a maggior ragione diventa importante che il personale sanitario non si perda nelle maglie dello scetticismo.
«È diritto di ogni cittadino che va in ospedale per farsi curare, non correre il rischio di essere contagiato da chi lo dovrebbe assistere -fa sapere il sottosegretario –. Le direzioni sanitarie stanno procedendo con i richiami: ci auguriamo che quest’opera di sensibilizzazione diminuisca il problema. Pensiamo cosa si potrebbe ingenerare nei nostri ospedali in caso di varianti».
Infine, la questione rimasta aperta sui tavoli del governo: la riapertura delle discoteche.
«È in corso la riunione del Comitato tecnico scientifico -dice Costa-. Credo sia un comparto economico importante, non pensiamolo solo come luogo di divertimento, che merita come gli altri una data per poter pianificare una ripartenza. Il criterio del Green pass può essere declinato anche sulle discoteche, con una riapertura graduale ed in sicurezza. Mi auguro che possano ripartire entro il 10 luglio».
A conclusione del punto con la stampa, Costa ha “ispezionato” l’hub vaccinale accompagnato da Saltamartini, con foto di rito con personale sanitario e volontari della Protezione civile da mesi impegnati nella campagna vaccinale.
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