di Maria Nerina Galiè
«La richiesta di copertura vaccinale evolve in base alla percezione del rischio. In altre parole, man mano che decresce l’incidenza della malattia, diminuisce la corsa a proteggersi».
Sono queste le parole del dottor Claudio Angelini, direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5.
«Appena la curva della malattia epidemica risale, ecco che risale anche la corsa al vaccino».
E’ un “legge” che la letteratura medica conosce bene. Ma non per questo è rassicurante, ora che i contagi nel Piceno riprendono a salire nella popolazione più giovane, tra i 15 ed i 24 anni (lo ha evidenziato anche il governatore delle Marche Francesco Acquaroli).
Una fetta di cittadini che manca – più di altre – all’appello nelle liste per farsi il vaccino. «Si tratta di circa 400.000 persone nelle Marche, su un milione e 35.000 vaccinabili. Le maggiori defezioni tra i 12 e i 60 anni», aveva detto l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini.
Nei punti vaccinali di Ascoli e San Benedetto in questo periodo di fanno meno prime dosi di quelle attese.
«Gli slot per la fascia di età 18-39 anni sono libere. Le persone però non si prenotano. Appunto per la minore percezione del rischio, in linea generale, ma anche per gli effetti della malattia che nei più fa meno paura».
C’è però, secondo il direttore del Sisp, anche una componente “confusione” anche sulle seconde dosi e che hanno al centro Astra Zeneca
«La scelta della somministrazione eterologa – prima dose Astra Zeneca e seconda altro farmaco – vale per gli under 60. Gli over 60 devono fare il richiamo con Astra Zeneca, salvo particolari motivi come reazioni avverse importanti avute con la prima dose. Invece c’è ancora chi, con più di 6o anni e senza motivi particolari, rifiuta Astra Zeneca».
C’è anche chi ravvisa problemi legati al giorno della prenotazione: per il richiamo a volte viene dato un arco temporale, non un vero e proprio appuntamento.
«Questo accade a chi non entra con le credenziali dei pvp (punti vaccinali per la popolazione), dove invece l’appuntamento per il richiamo viene dato contestualmente alla prima dose. Ad esempio, chi si è vaccinato nei pvo, (gli ospedalieri) non hanno avuto la data per la seconda dose, ma l’indicazione di presentarsi “dal al”».
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