di Andrea Ferretti
L’idea, in apparenza semplice, si è rivelata geniale. E’ quella che è venuta in mente nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 2 luglio, a Pasqualino Piunti, il sindaco di San Benedetto, la città che suo malgrado si è vista costretta a indossare la “maglia nera” delle Marche, e non solo, a causa di una repentina impennata di casi di positività.
Positivi al covid tanti ragazzi e ragazze che nei giorni scorsi avevano partecipato a feste, in particolare negli chalet, dove le serate che si aprono con l’apericena e si concludono a notte fonda. Lì distanziamento e mascherine sono purtroppo diventate un optional.
Piunti aveva lanciato un appello proprio a queste persone invitandole a recarsi oggi sabato 3 luglio e lunedì 5 nella tensostruttura adiacente al palasport per sottoporsi al tampone.
«Ne avremmo voluto fare a meno, ovvio, ma è stato un successo – dice orgoglioso Piunti – perchè in circa quattro ore sono stati effettuati ben 240 tamponi, tanto che gli operatori hanno dovuto raddoppiare il numero delle persone addette al test. Anche io sono andato sul posto per verificare di persona l’andamento della situazione, ed è andato tutto come da programma».
«Anzi – continua il sindaco – in vista di quella di lunedì, che spero coincida con un’altra ondata di afflusso alla tensostruttura, a chi si recherà al palasport giro una richiesta degli stessi operatori: meglio recarsi sul posto in auto, e non a bordo di monopattini elettrici, bici e scooter. Ed è importante ricordarsi di portare con sè la tessera sanitaria».
La speranza, non solo di Piunti, è che la lezione sia servita e che i focolai restino sotto controllo.
Intanto gli appelli alla prudenza non si contano più. Arrivano da ogni dove. Emblematiche le parole del dottor Claudio Angelini, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica (Sisp) di Area Vasta 5, che si appella alle istituzioni per una maggiore vigilanza sulle quarantene.
Ancor peggio quando afferma che nel tracciamento dei cosiddetti contatti stretti «non abbiamo molta collaborazione da parte dei ragazzi e nemmeno delle famiglie che a stento ci danno i nomi e, raramente, i numeri di telefono dei contatti trincerandosi dietro la privacy».
Scontata la conclusione. E’ palese che sul fronte pandemia non tutti hanno ben capito cosa sia accaduto nell’ultimo anno e mezzo e, soprattutto, ciò che potrà accadere abbassando la guardia.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati