Tanto del futuro della città passa attraverso bonifica e rigenerazione urbana dell’area ex Sgl Carbon, del cui sito è proprietaria la società Restart.
Sono giorni cruciali, questi, in cui l’Amministrazione comunale ha candidato l’area in questione (ben 27 ettari) per accedere ai fondi previsti dal bando per il Contratto Istituzionale di Sviluppo Centro Italia, delegando come da procedura la successiva fase istruttoria alla Regione Marche che provvederà a trasmettere entro il 15 luglio le proprie proposte al Ministero del Sud e della Coesione Territoriale guidato da Mara Carfagna per la definitiva approvazione.
«Un progetto, questo, che a piccoli passi potrebbe farne compiere di molto più grandi alla città sulla via del rilancio complessivo e della sostenibilità; si è oggi di fronte ad un ora o mai più -spiegano dalla Restart, società di cui è leader l’imprenditore Battista Faraotti unitamente a Fondazione Carisap ed un nutrito gruppo di imprese del territorio-. L’occasione è imperdibile, anche perché l’idea risponde pienamente ai requisiti e ai criteri del Cis inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza messo in campo dal premier Draghi. Difficilmente altri progetti hanno in sé quella portata e quel senso di futuro come quello previsto da Restart per Ascoli».
«Mentre nei palazzi fervono le attività istruttorie e valutative del progetto noi della Restart vorremmo farne meglio percepire la reale portata, per impatto sociale, economico ed ambientale su di un territorio ultimamente largamente martoriato. Cogliere una delle opportunità del Pnrr, proponendo spesa buona secondo le sapienti indicazioni di draghi, che altro non raccolgono se non le indicazioni dell’Unione Europea, confermerebbe come Ascoli e le Marche, orgogliosamente, siano in grado di distinguersi per iniziative virtuose anche su terreni estremamente competitivi».
«Ai successi ora a portata di mano quali quelli della bonifica ambientale e della rigenerazione urbana sta per aggiungersi la classica ciliegina sulla torta; parliamo del Polo Tecnologico (Scientifico e Culturale), configurando così nell’insieme un progetto con pochi eguali in Italia -concludono da Restart-. Come in tutte le competizioni più dure, questo è il momento del dentro o fuori. Non resta che confidare nel più equilibrato e sapiente arbitraggio della politica, giudice dei principi, delle potenzialità e dei risultati attesi insiti nelle diverse proposte. La svolta è dietro l’angolo: Restart ha creato le condizioni ed il progetto, il Comune di Ascoli lo ha sposato ed affidato, con tutte le attese del caso a Palazzo Raffaello, per la sua consacrazione».
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