(foto di Stefano Capponi)
La decisione della Regione Marche di modificare il piano sanitario 2020-2022 (in attesa di quello 2021-2023) prevedendo la costruzione di un nuovo ospedale a San Benedetto scatena subito una bufera politica con il Pd ascolano sul piede di guerra.
L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, ha spiegato così la decisione presa:
«L’obiettivo – spiega Saltamartini – è raggiungere un maggiore equilibrio nella rete ospedaliera, evitando le concentrazioni previste dal modello dell’ospedale unico, favorendo invece una diffusione sul territorio in coerenza con il programma elettorale del presidente Acquaroli e considerato il nuovo scenario dei bisogni assistenziali che si è delineato nel corso della pandemia. Per questo motivo è necessario rivedere le direttrici di sviluppo della rete ospedaliera marchigiana, fermo restando il completamento degli ospedali già in fase avanzata di realizzazione. La Regione vuole garantire in questo modo un miglioramento dell’offerta sanitaria per la popolazione marchigiana e, di conseguenza, la riduzione della mobilità passiva».
Il Pd accusa: «Siamo pronti a sostenere il sindaco Marco Fioravanti nella battaglia contro la decisione della Regione dove ci sono peraltro gli assessori ascolani Castelli e Latini – dicono i consiglieri comunali Francesco Ameli e Angelo Procaccini insieme alla referente del circolo sanità Manuela Marcucci – non sappiamo se la decisione della Regione è una boutade elettorale visto che a San Benedetto si vota, in caso contrario si rischia un ridimensionamento dell’ospedale “Mazzoni”. Chi si andrà a curare in un ospedale vecchio? I professionisti sceglieranno un ospedale vecchio o uno nuovo? La nostra proposta era di fare un nosocomio per acuti baricentrico lasciando i presidi territoriali. Invece la Regione spiazzando tutti e senza confrontarsi decide di farne un nuovo a San Benedetto».
«I sanitari – aggiunge la Marcucci – si stanno sacrificando con doppi turni per garantire vaccinazioni e tracciamenti. Ma le soluzioni non possono essere quelle di smantellare la chirurgia ascolana mandando i chirurghi al pronto soccorso di San Benedetto. Con due ospedali da 300 e 200 posti resteranno i doppioni e gli sprechi di risorse e personale».
«Togliamoci le casacche politiche – dice Procaccini – come auspica sempre il sindaco Fioravanti e scendiamo a difesa del nosocomio ascolano. La vita delle persone è troppo importante e la sanità resta, mentre le iniziative come la candidatura a capitale della cultura passano. Non rinunciamo nemmeno all’idea di un ospedale per acuti in Vallata a servizio di Ascoli e San Benedetto».
«Dove sta l’azienda ospedaliera sbandierata da Castelli in campagna elettorale? Siamo pronti – conclude Ameli – ad aprire un tavolo di confronto con gli altri partiti a difesa del “Mazzoni”. Pensiamo anche alla convocazione di un Consiglio comunale aperto».
rp
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati