di Marzia Vecchioni
Si è tenuto oggi, sabato 31 luglio, il primo Pride della storia cittadina e del Piceno in generale. Dalle 17 in poi piazza Giorgini ha visto una grande affluenza di persone giunte in loco per manifestare a favore dei diritti LGBTQIA+. L’evento, organizzato nei minimi dettagli dal gruppo transfemminista Liberə Tuttə, ha ospitato diversi interventi, tutti interessanti.
«Un’opinione diffusa in questo territorio è che le persone queer (coloro che si allontanano rispetto alla definizione di normalità codificata dalla cultura egemone) non devono essere sé stesse in piazza, ma l’affluenza che si è vista è la dimostrazione del contrario -spiega Elisa Ugo Gilormello, una delle ideatrici del Pride-. Inoltre, c’è la voglia di colmare un vuoto, la volontà di fare rete e la forza di lottare insieme».
Marte Manca, fondatore di NUDM Transterritoriale Marche, trans non-binary (non binario, è un termine per definire quelle identità di genere che non sono strettamente né maschili né femminili, identità che sono quindi al di fuori del binarismo di genere) ha dato vita a un intervento molto coinvolgente, che ha infiammato la piazza: «Una lotta deve essere intersezionale (la sovrapposizione di diverse identità sociali e le relative possibili discriminazioni e oppressioni), perché non esistono diritti di serie A e diritti di serie B; tutte le persone si trovano nella stessa parte».
Martina è una ragazza appartenente all’associazione studentesca Robin Hood, legata a livello nazionale alla Rete degli Studenti Medi, che si occupa di studenti e problematiche legate alla scuola.
«La scuola è uno dei luoghi in cui gli studenti vengono discriminati maggiormente per il loro orientamento sessuale e la loro natura -afferma-. Tutto questo nasce dall’ignoranza, dalla poca formazione degli insegnanti e di quelli che lavorano nel mondo scolastico. L’associazione si batte per questi principi, perché crede in una scuola più aperta verso quelle categorie che finora sono state ignorate. Una scuola che non renda i giovani vittime di misgendering (si verifica quando ci si rivolge a una persona transgender utilizzando termini riferiti al sesso biologico e non all’identità di genere in cui questa persona si riconosce), che apra tutte le porte possibili ad ogni studente, una scuola che faccia informazione, che si rinnovi, che parli di identità e di espressioni di genere, che sottolinei l’importanza di essere sé stessi».
Il Collettivo transfemminista Jesi ha lanciato un messaggio molto importante; il pride è lotta, celebrazione dei corpi sia quando sono nella norma sia quando la evadono. È necessario manifestare, rivendicare i propri diritti ed è un simbolo di resistenza. La lotta transfemmista si articola tutti i giorni negli spazi della collettività.
L’evento, andato avanti per circa 3 ore e presentato dalla trascinante Nausica Vamp, drag queen e performer, ha visto il coinvolgimento musicale di Elvira Bollettini, Simone Lole Grelli, Blue Pervinka, accompagnato dalle note di Perzo, Sanjio, Meynsense e Giovanni Smith.
Una manifestazione, dunque, da inquadrare quale punto di partenza affinché nel Piceno (e non solo) ci sia sempre più spazio e più rispetto per la realtà LGBTQIA+. Al tempo stesso, una pacifica invasione colorata e nel rispetto delle norme anti-Covid.
Momenti del genere sono necessari perché nel 2021 essere liberi di amare non è ancora per tutti, le violenze di natura fisica e di natura verbale contro le persone LGBTQIA+ sono ampiamente diffuse in Italia così come nel nostro territorio. È fondamentale lottare per questi diritti.
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