di Federico Ameli
A meno di due mesi dalla fatidica due giorni elettorale sono giorni decisamente roventi a San Benedetto, il più importante comune marchigiano chiamato al voto nelle amministrative del prossimo autunno.
Mentre il sindaco uscente Pasqualino Piunti continua a incassare il sostegno di diverse parti politiche sulla via della riconferma, il fronte opposto appare ancora frammentato e alla ricerca di un nome in grado di riunire le diverse anime del centrosinistra per competere ad armi pari con la destra.
La potenziale candidatura della responsabile regionale di Legambiente Francesca Pulcini, che pure qualche giorno fa aveva spinto Serafino Angelini e i 5 Stelle a fare un passo indietro in nome di un percorso condiviso, sembra infatti non aver convinto del tutto il Partito Democratico capitanato da Aurora Bottiglieri, una delle principali forze politiche coinvolte nel progetto insieme alla squadra di Paolo Canducci, che dal canto suo lamenta una scarsa volontà di collaborare realmente a un disegno politico comune da parte dei suoi potenziali alleati.
«Finora – spiega Canducci – non si è mai realmente condivisa insieme la scelta di un candidato unitario, preferendo sempre imporre una figura selezionata da pochi. In ogni caso, qualunque soluzione si voglia prendere dovrà essere condivisa da tutte le parti: per poter unire una coalizione le scelte devono essere condivise, è quello che d’altra parte chiedo dallo scorso ottobre».
Più che il nome di Francesca Pulcini, ritenuta una valida alternativa al pari di tutte le proposte avanzate senza successo nelle ultime settimane, sono le modalità adottate fin qui dall’aspirante coalizione nell’individuare il proprio leader a far dubitare Canducci di un reale interesse a riunire concretamente le forze di centrosinistra sotto un’unica bandiera.
«Escono nomi in continuazione – prosegue – ma non funziona così, non è il calciomercato. Penso che quelli in campo oggi siano ottimi candidati, così come Francesca è un’ottima figura, ma il problema è la volontà di condividere e di non imporre le scelte».
Nel frattempo l’appuntamento elettorale del 3 e 4 ottobre si avvicina, ma l’accordo tra le parti sembra ancora lontano. «Non è mai stato un problema di tempo – conclude Canducci – ma di volontà: finora è sempre mancata quella di puntare su un unico nome e di inaugurare un percorso di condivisione».
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