«Lo Stato è con voi».
Realtà, speranza o illusione che sia, sono queste le parole pronunciate dal presidente del consiglio Mario Draghi durante la commemorazione di Amatrice, davanti ad abitanti, parente delle vittime e ai sindaci del cratere. Oggi, 24 agosto, triste ricorrenza che ricorda come siano già passati 5 anni dalla prima tremenda scossa di terremoto che ebbe come epicentro le zone di Amatrice, appunto, Accumoli ed Arquata, nel Piceno.
«Cinque anni dal sisma, cinque anni di sofferenza, un ricordo indelebile di quei momenti che hanno cambiato la vita delle famiglie, i territori e gli stili di vita -commenta il sindaco di Acquasanta Terme, Sante Stangoni, comune confinante con Arquata-. Oggi non dobbiamo smettere di lottare nel ricostruire questi splendidi territori. Dobbiamo farlo per tutte quelle persone che hanno perso i loro cari e che avranno a vita una ferita nel cuore, e per tutti coloro che hanno perso la propria abitazione. Il centro Italia deve rinascere per onorare chi non c’è più e per ridare serenità a chi lo abita. Il sisma non ha fermato i nostri cuori».
Un messaggio sentito è arrivato anche dal primo cittadino di San Benedetto, Pasqualino Piunti. In quella occasione la Riviera dimostrò grande solidarietà a migliaia di sfollati, donando commovente ospitalità e ricordando come, al di là degli stupidi campanilismi, il legame di fratellanza vada ben oltre.
«Cinque anni fa, quando il terremoto devastò i nostri territori montani, ci eravamo da poco insediati -racconta Piunti-. Ma l’inevitabile fase di assestamento che attraversavamo non ci impedì di dedicare ogni attenzione all’imperativo urgente di accogliere il maggior numero possibile di persone strappate alla propria vita offrendo loro, con la meravigliosa collaborazione di una città intera, non solo un tetto ma servizi e calore umano».
«Ricordo la generosa mobilitazione dei giovani sambenedettesi, a cui poi avremmo attribuito il Gran Pavese Rossoblù, degli albergatori, dei commercianti, delle associazioni di volontariato ad iniziare dalla nostra Protezione civile, delle scuole, di tutti coloro che si misero subito a disposizione -va avanti-. Se a distanza di 5 anni quella fase emergenziale è chiusa, resta drammaticamente aperta quella della ricostruzione, resta intatta la necessità di ridare una vita ordinaria, una prospettiva a quelle terre. Qualcosa ultimamente si è mosso, ma ancora troppo poco per chi attende dal 2016. A tutti coloro che continuano a lottare ogni giorno per riprendersi un’esistenza normale va il pensiero affettuoso di tutta la comunità sambenedettese».
«A cinque anni dalla tragedia che ha sconvolto quasi la metà del territorio marchigiano, mi stringo nel dolore, ancora forte e vivo nelle nostre menti e nei nostri cuori, alle famiglie di chi non c’è più e alle comunità disgregate che faticano a tornare alla normalità» sono invece le parole del presidente della Regione Francesco Acquaroli.
«Moltiplicheremo i nostri sforzi per restituire il prima possibile normalità e futuro a tutte le comunità distrutte dal sisma -continua-. Nelle prossime settimane, ad un anno dal nostro insediamento, tireremo le prime somme e tracceremo le linee di azione future. La ricostruzione resta la priorità della nostra azione di governo. Cinque anni sono lunghi. Nell’ultimo, da quando sono stato chiamato con la giunta alla guida di questa Regione dai cittadini marchigiani, insieme ai sindaci e a tutti coloro che nella filiera istituzionale hanno un ruolo, abbiamo cercato di costruire delle risposte per accelerare la ricostruzione privata e pubblica e per ridare speranza a questi territori che rischiano lo spopolamento».
«I numeri testimoniano che, finalmente, ci avviamo ad una fase positiva della ricostruzione, ma dobbiamo fare sempre di più -ribadisce Acquaroli-. Ci sono problemi legati al caro prezzi delle materie prime e alla scarsità delle imprese che possono dare il loro contributo alla ricostruzione perché già impegnate con i bonus messi in campo dal Governo nell’ultimo periodo. Cercheremo di fare fronte a tutte le questioni per dare le risposte che questi cittadini aspettano. Come rappresentanti delle Istituzioni, oltre a dare un messaggio di speranza, dobbiamo far sentire la nostra concreta presenza».
«Si susseguono incontri per costruire una progettualità che disegni una prospettiva per il futuro e non solo per l’immediato -conclude Acquaroli-. Fondamentali per il rilancio saranno le risorse del Recovery Fund, che ci possono aiutare a superare il ritardo infrastrutturale che affligge queste zone. Parliamo di un territorio con una forte vocazione turistica, agricola ed enogastronomica, ricco di paesaggi, arte e storia che non teme concorrenza. Valore aggiunto è la dinamicità di questa gente che non si arrende e vuole resistere: non solo anziani ma anche tanti giovani. A tutti loro dobbiamo far sentire tutta la nostra vicinanza lavorando insieme per la rinascita del territorio”.
Lu. Ca.
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