di Claudio Maria Maffei
(dirigente sanitario e medico in pensione)
I dati sulla pandemia confermano che il covid è ancora un problema per le Marche e che questo per la provincia di Macerata è ancora più vero. Vediamo i dati di ieri. Nelle Marche l’incidenza di nuovi casi e quindi di persone trovate positive al test molecolare (non importa se malate o sane) è di 85,3 ogni 100.000 abitanti, dato che ci colloca al settimo posto in Italia. Ricordiamoci che in zona gialla ci si va con più di 50. Nella Provincia di Macerata è stata più alta (122), dato che la colloca al diciannovesimo posto in Italia appena prima di Fermo, ventesima con 119,2.
I ricoveri in terapia intensiva sono 16 per un tasso di occupazione “ufficiale” dei posti letto di terapia intensiva del 7,5%, quando con più del 10% si va in zona gialla. Il tasso di occupazione “reale” quel 10% con ogni probabilità lo raggiunge visto che la Regione dichiara molti più posti letto di terapia intensiva attivi e funzionanti di quanti in effetti non ne abbia. Ne dichiara 212 mettendoci ad esempio dentro il Covid Center di Civitanova che è chiuso e che non ha notoriamente personale.
Sulle vaccinazioni risultiamo più o meno in linea con i dati nazionali: hanno fatto almeno una dose il 70,03 % dei marchigiani contro il 71,2 % degli italiani e hanno fatto due dosi il 63,16 % dei marchigiani contro il 62,95% degli italiani.
Quanto ai tamponi la Regione incomprensibilmente continua a dichiarare un basso numero di tamponi totali il che ci fa guadagnare immeritatamente la maglia rossa per l’Europa. Ieri ne sono stati dichiarati circa 3.000 contro gli oltre 30.000 della Emilia Romagna. Il che si traduce nel fatto che con una incidenza superiore di nuovi casi i nostri vicini per l’Europa sono ok e noi che dovremmo andare meglio siamo una bella macchia rossa nella stessa mappa. Insomma la Regione si abbassa i tamponi e si alza i posti letto.
Ma il rimedio per questa situazione c’è. Ci aiuta un brillante grafico della pagina Facebook di Pillole di Ottimismo in cui si vede come cambia in Italia la percentuale di vaccinati con una o due dosi nella popolazione generale, nei nuovi casi, nei ricoveri e nei decessi. I dati si riferiscono alla popolazione di più di dodici anni. Balza all’occhio quanto ti protegga aver fatto anche una sola dose di vaccino.
Infatti, i non vaccinati sono la minoranza della popolazione e la maggioranza sia degli infetti, che dei malati, dei malati gravi e dei deceduti. E’ questa la principale via d’uscita. Ma nel frattempo altre tre cose vanno fatte. La prima è scontata: evitare i comportamenti (e quindi gli assembramenti) sconsiderati. La seconda scontata lo è un po’ meno: se consideriamo la pandemia un incendio, vanno spenti prima possibile i piccoli focolai partendo dai nuovi casi. Il che vuol dire potenziare i Dipartimenti di Prevenzione nella attività di gestione dei contatti di questi nuovi casi. La terza forse non piacerà a tutti, ma è di buon senso, è estendere l’utilizzo del cosiddetto green pass. Di restrizioni non ne possiamo più, ma siccome c’è il modo di evitarle facciamo quel che serve, a partire dalla scomparsa dei dubbi davvero poco sensati sulla utilità dei vaccini e del green pass.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati