di Walter Luzi
Fotografie e ricordi di un passato che non va dimenticato. A Cagnano di Acquasanta. La Memoria di una frazione ferita dal sisma nelle tante immagini di oltre un secolo di vita condivisa, in mostra per le vie del paese. Che vive ancora, nelle gigantografie esposte dalla locale, attivissima, associazione Villa Cagnano. Persone e personaggi, momenti di vita ed emozioni intense, nelle foto tirate fuori, per l’occasione, dai cassetti, dall’intera comunità. All’inizio le intenzioni dell’associazione erano quelle di creare un archivio storico, informatizzato, delle foto del passato.
Custodire la Memoria di un borgo montano ferito dal sisma. Spopolato, ma non spogliato dell’anima. Quasi tutte le ventitrè famiglie di Cagnano hanno aperto i rispettivi album di famiglia, tirato fuori “Le Memorie dai cassetti”, come recita il titolo, quanto mai evocativo, dato poi alla manifestazione. Saltano fuori, spesso con sorpresa, sempre con emozione, degli stessi paesani, otre trecento fotografie. In bianco e nero, un po’ sgualcite, ingiallite dal tempo. Le più preziose risalgono agli ultimi anni del’800, le ultime alla fine degli anni Settanta. Tramandate con affetto di padre in figlio per generazioni, molte incorniciate e appese alle pareti di casa, a volte per più di un secolo. Strappate in qualche caso anche alla paura dei crolli, alla polvere dei terremoti del 2016 e 2017, che tutto avrebbe potuto distruggere, cancellare per sempre.
A Cagnano no. Vengono recuperate dai paesani come gli oggetti più preziosi, dal valore intrinseco nullo, ma, affettivo, inestimabile. Affidate con fiducia ed entusiasmo ai ragazzi dell’Associazione Villa Cagnano, che, ancora una volta, dimostrano, con i fatti, il loro straordinario attaccamento a questo luogo. Perchè grazie a quelle immagini possano tornare a rivivere i propri avi, ma anche le tradizioni, gli usi, i costumi, le feste, i lavori, le cerimonie, i mille aneddoti. In una parola, la vita di Cagnano. Per oltre un secolo. Luciano Valori, il presidente dell’associazione, e i suoi ragazzi, prendono in custodia quelle foto con lo stesso amore per il tempo necessario a scansionarle, a digitalizzarle una ad una, a selezionarle e catalogarle per argomenti, prima di restituirle, come piccoli tesori testimoni del tempo, ai rispettivi proprietari.
Nel corso, poi, di alcuni incontri successivi, l’intera comunità si è ritrovata per condividere la selezione, e, soprattutto, collocare cronologicamente ogni foto scelta per la mostra. E’ stato, quello, un momento davvero fantastico. Molti anziani rivivono infatti, in quel momento, giorni della propria gioventù, o quella dei propri padri, e nonni. Si riconoscono, stupiti ed emozionati, in immagini di cui ignoravano persino l’esistenza. Le storie si incrociano con quelle dei vicini, ricordi sbiaditi riprendono forma con il confronto, altri riaffiorano, pian piano, grazie alla condivisione delle emozioni.
I cuori, che battono più forte, aiutano i cervelli, più provati dagli anni, a recuperare momenti rimasti, comunque, impressi nell’anima. Vissuti, o tramandati. Il ricordo, comune, di quei giorni lontanissimi, duri, ma felici al tempo stesso, conditi di fatiche immani e di gioie semplici, passati insieme in paese, per generazioni, compie la magia. Cagnano vive. Continua a vivere. Più forte di tutto. E solo questo si voleva, con questa operazione. Ma, a quel punto, si vuole fare di più, di meglio.
Viene in aiuto un bando del comitato sisma centro Italia. Si lavora ad una mostra storiografica permanente nelle vie del paese. Il progetto viene finanziato. I soldi li mettono Confindustria e le tre sigle sindacali, con una raccolta donazioni di aziende e lavoratori su tutto il territorio nazionale, che ha fruttato circa sei milioni di euro, destinati a finanziare piccole imprese in difficoltà e progetti come questo nell’area del cratere. Villa Cagnano diventa anche associazione fiduciaria nella zona per coordinare il sostegno ad altri micro progetti nell’alta valle del Tronto.
Il plauso per l’iniziativa arriva pure dal direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, Carlo Birrozzi, che firma con piacere anche la prefazione della pubblicazione realizzata sulla mostra. Iniziativa non nuova, né unica, ma inusuale per piccolissimi centri come Cagnano. Le foto migliori prescelte, una settantina, diventano gigantografie che vengono collocate in trentadue postazioni tematiche all’interno del paese. Per ridargli vita, proprio nei luoghi dove sono state scattate decenni prima. Il quindici maggio di quest’anno, secondo dell’era Covid, la mostra open-air ha aperto finalmente i battenti. A tagliare, simbolicamente, il nastro, interviene il direttore del comitato sisma centro Italia, che ha finanziato il progetto, Davide Martina. Le attività dell’associazione Villa Cagnano non si sono fermate neanche con la pandemia.
La riscoperta delle tradizioni va avanti. Come il Cammino di San Gabriele, lungo l’antico sentiero dei pellegrinaggi paesani, a piedi, verso il santuario abruzzese della prima metà del 1900. L’importanza, per usare le parole di Birrozzi, di raccontare piccole storie di grande valore. La mostra di Cagnano resterà visitabile fino ai primi di dicembre. Ma c’è già chi ha proposto di lasciarle lì dove sono, per sempre, quelle gigantografie. Forse è la soluzione migliore. Nei volti di quelle foto troviamo il conforto più necessario alle incertezze, alle difficoltà e alle debolezze di quello che siamo. In quelle foto leggiamo la capacità, il sacrificio e la forza di quello che è stato.
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