di Claudio Felicetti
Monta la rabbia delle associazioni ambientalistiche e territoriali dopo l’approvazione del Piano d’ambito dei rifiuti. Il documento di programmazione di durata trentennale ha avuto ieri il via libera con 16 voti a favore, 8 contrari e 5 astenuti. Tra i favorevoli, i sindaci di Ascoli, San Benedetto, Grottammare, Monsampolo, Spinetoli. Fortemente contrari i primi cittadini di Appignano, Castel di Lama e Castignano, i cui territori subiscono da oltre 30 anni i disagi connessi alla vicinanza di discariche e impianti di trattamento dei rifiuti.
“No a megadiscariche, no ai megaimpianti, ogni Comune faccia la sua parte” la scritta su uno striscione esibito ieri, martedì 12 ottobre, dai manifestanti delle associazioni in difesa del territorio radunatisi ad Ascoli in Piazza Simonetti e poi in Piazza del Popolo durante la seduta dell’assemblea dell’Ata (solo dieci di loro sono stati fatti entrare nell’aula), che hanno gridato slogan di protesta verso i sindaci in riunione.
“Vogliamo una redistribuzione dei carichi ambientali sul territorio”, è stata la richiesta unanime. Tra i più attivi nella protesta, i residenti di Villa Sant’Antonio (Ascoli) già esasperati dagli insopportabili miasmi del depuratore consortile. Non sono mancate le critiche feroci ad alcuni sindaci.
«Ancora una volta si sono trovati impreparati su quello che andavano a discutere – è il commento amaro e drastico dei rappresentanti del comitato Aria Pulita – L’importante era approvare il piano. E’ stato un processo in cui la sentenza era scritta da tempo».
Tra le novità del nuovo piano, la realizzazione della cosiddetta “vasca zero” nell’Alto Bretta, che potrà contenere un milione di tonnellate di rifiuti, la costruzione di un biodigestore a Relluce, la previsione di un impianto di revamping da collegare a quello di trattamento meccanico biologico dei rifiuti ai fini della produzione di combustibile solido secondario.
Ma la cosa più incredibile di questa pianificazione, nelle intenzioni degli estensori, è la sua validità trentennale.
«Protestiamo perché ci siamo resi conto che la realizzazione di questa nuova discarica significa ipotecare il futuro del nostro territorio per i prossimi 20 anni – ha rimarcato Paolo Prezzavento di Legambiente – I nostri amministratori continuano a seguire un modello vecchio, quello delle discariche, non è questa l’economia circolare».
«Purtroppo è andata come ci aspettavamo – il commento del sindaco di Casstel di Lama, Mauro Bochicchio – E’ stato approvato il piano d’Ambito che non volevamo proprio, e che ci condanna ad essere l’immondezzaio per i prossimi 30 anni. Ma la battaglia continua».
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