di Andrea Ferretti
Ha 74 anni l’uomo trovato morto ieri sera, giovedì 14 ottobre, intorno alle ore 22 nelle campagne di Porto d’Ascoli. Non è un residente della zona, ma abitava a Fermo. Le indagini sono quasi all’inizio visto che la Polizia è al lavoro fin da subito dopo il ritrovamento del corpo senza vita, avvenuto a seguito della segnalazione di un automobilista che, transitando su quella strada, ha notato l’auto parcheggiata con uno sportello aperto.
Dall’abitacolo spuntavano le gambe dell’uomo che era riverso all’interno della vettura, con i pantaloni leggermente abbassati.
Sul fatto che possa trattarsi di omicidio saranno determinanti i risultati dell’autopsia che verrà effettuata in tempi molto ristretti proprio per dare un deciso impulso alle indagini che, in queste prime ore, sono fondamentali.
Indagini che stanno portando avanti gli uomini del Commissariato di Polizia di San Benedetto, diretto da Andrea Crucianelli, e i colleghi della Squadra Mobile della Questura di Ascoli.
Sul posto, poco dopo il ritrovamento, è giunto anche Umberto Monti, Procuratore capo della Repubblica di Ascoli. E’ lui ora a coordinare le indagini. Sarà lui a vagliare i risultati che gli verranno sottoposti dai medici incaricati di effettuare l’esame autoptico. E’ lui a raccordarsi con la Polizia.
Al momento resta ampio il ventaglio delle cause che potrebbero aver determinato la morte dell’uomo. Non si può comunque escludere l’omicidio, anche se è emerso un particolare importante: le ferite che il 74enne aveva sulla testa sono fondamentalmente delle profonde escoriazioni. Ciò significa che potrebbe essersele procurate magari scendendo dall’auto per espletare un bisogno fisiologico e poi aver avuto un malore che si è rivelato letale.
Ecco allora che resta sì in piedi l’ipotesi che possa essere stato aggredito e ucciso da qualcuno (o qualcuna) e, a tal proposito, non è un particolare secondario il fatto che è stato ritrovato non lontano dalla Provinciale Bonifica, dove potrebbe avere avuto un incontro con l’ultima persona che l’ha visto vivo.
Il luogo è scarsamente trafficato, vicino c’è solo una piccola casa. Si tratta di una strada secondaria, non lontana dalla stessa Bonifica e dalla superstrada e anche dal ponte sul Tronto, a qualche centinaio di metri dalla Statale Adriatica dove converge il flusso veicolare sia delle auto provenienti dall’Ascoli-mare che dall’autostrada A14.
In quella zona sembra non ci siano videocamere, strumento che spesso – in maniera decisiva – aiuta gli investigatori nella ricostruzione dei fatti. Peggio ancora, al momento non sembra ci siano testimoni.
E’ successo tutto al buio, o quasi, visto che presumibilmente il decesso è avvenuto tra le ore 21 e le 22, quando è scattato l’allarme.
Sul posto si sono precipitati i soccorsi, rivelatisi poi inutili, e la Polizia che fino a notte fonda – anche questa mattina – sta setacciando il perimetro della “scena del crimine” alla ricerca di qualche indizio, qualche oggetto che possa aiutarli a far luce.
Questa tragedia non può non riportare alla mente quanto accaduto, a una manciata di chilometri, a Pagliare del Tronto, anche in quel caso molto vicino alle sponde del Tronto. Il 3 giugno 2020 venne ucciso Antonio Cianfrone, ex maresciallo dei Carabinieri, vice comandante della Stazione di Monsampolo. Venne freddato a colpi di pistola e sul fatto che non si trattasse di una disgrazia non ci furono dubbi. I contorni dell’omicidio si delinearono presto e dopo sei giorni vennero arrestati marito e moglie, Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, una coppia residente non lontano dal luogo del delitto che aveva vecchie ruggini con Cianfrone.
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