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Ascoli-Lecce, il ritorno di Sabiri
e il primo gol di Iliev
I tifosi ricordano
Reno e Domenico

SERIE B - Partita a due facce del Picchio che pareggia 1-1. Primo tempo sottotono, poi ripresa da applausi contro un avversario di rilievo. Primi minuti senza tifo, poi sugli spalti è un susseguirsi di cori. L'omaggio a Filippini e Iena, due ragazzi scomparsi che la curva non vuol dimenticare
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La curva nord coi tifosi bianconeri durante Ascoli-Lecce

 

di Luca Capponi 

Primi istanti di Ascoli-Lecce surreali: i tifosi bianconeri “silenziati” da uno sciopero che nel giro di pochi minuti si risolve nei consueti cori di supporto alla squadra. All’inizio però si sentono solo i leccesi, giunti in 500 dalla Puglia. Effetto strano.

Neanche il tempo di ricominciare coi cori che il Lecce segna con Strefezza, al minuto sette.

Squadre in campo

Subito dopo ecco l’omaggio della curva a Reno Filippini, tifoso che fu ucciso fuori dallo stadio da mani rimaste ad oggi ancora ignote. Accadde dopo un Ascoli-Inter del 1988. “Non dimentichiamo”, scrivono i ragazzi della curva su uno striscione. Nessuno dovrebbe mai, soprattutto quando a perdere la vita per futili motivi è un ragazzo. Che ancora non può trovare pace a causa di colpevoli che l’hanno fatta franca.

In campo l’Ascoli fatica, anche se l’appoggio non viene mai meno. Oggi i tifosi della curva si sono meglio organizzati, grazie all’utilizzo della fonica. Le voci si scaldano di nuovo per ricordare un altro amico: Domenico Iena, venuto a mancare lo scorso maggio. Il suo nome viene scandito forte, suggellato da tanti applausi. Era una brava persona, Domenico.

I supporters del Lecce

Il canto continua incessante per tutto il resto del primo tempo, senza però trovare riscontro nell’operato della squadra di mister Sottil, che non trova sbocchi importanti contro un buon Lecce. D’altronde questa è sfida d’alta classifica, coi giallorossi proiettati al secondo posto momentaneo in caso di vittoria.

Sfida che non si vuole perdere Serse Cosmi, doppio ex, giunto al “Del Duca” per assistere al match. Stimato da entrambe le sponde, guidò il Lecce nel 2011/2012 subentrando in corsa, senza però riuscire a salvare la squadra. Impresa che invece gli riuscì nel 2018, quando servirono i playout per tenere a galla l’Ascoli, entrando nella storia gloriosa del Picchio. Che gli ha sempre dimostrato gratitudine.

Lo striscione per Reno Filippini

Ricomincia la partita. E il leitmotiv non cambia: tifo dagli spalti, ma squadra che fatica. Qualche applauso dalla tribuna quando si alza dalla panchina Sabiri, il figliol prodigo al centro di, chiamiamole così, “incomprensioni” con la società. Non entrava in campo dal maggio scorso, Ascoli-Cittadella 2-0.

Le cose sembrano cambiare, c’è più verve, Quaranta colpisce la traversa intorno al ventesimo proprio su cross del neo entrato. Comincia l’assedio dei bianconeri. I ragazzi della curva spingono i ragazzi in campo alla ricerca del pareggio. E’ un’altra squadra ora.

A proposito di nuovi entrati. C’è pure Iliev, l’attaccante bulgaro che segnò all’Italia non più tardi di un mese e mezzo fa. È lui a far esplodere i circa 3.900 tifosi dell’Ascoli presenti allo stadio. Diagonale micidiale a un quarto d’ora dalla fine per il gol dell’1-1.

Il Lecce si mangia un gol fatto in contropiede con annesso miracolo di Leali, il secondo della partita dopo quello con cui ha tolto una palla dall’incrocio ad inizio ripresa. Il risultato rimane invariato. Finisce 1-1-. Con un Ascoli in netto crescendo, che fa ben sperare per il futuro.

Serse Cosmi, di spalle, in tribuna

Applausi per la squadra a fine partita


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