di Luca Capponi
C’è chi dice, a volte forse generalizzando un po’ troppo, che tutto il mondo è paese. Però ci sono casi in cui confutare questo adagio risulta più difficile di altri.
Prendiamo, ad esempio, quello di Domenico Serafino e della Sambenedettese. L’ex patron arrivò tra squilli di tromba a rilevare la società rossoblù nel giugno del 2020, acquistandola da Franco Fedeli.
Poi…alzi la mano chi ci ha capito qualcosa. Nel giro di qualche mese infatti la Samb è finita come ben noto: dopo roboanti acquisti e promesse sonanti ecco la crisi, i debiti, gli stipendi non pagati, il fallimento, la Serie D. E Serafino che si dilegua, come un fantasma, lasciando dietro di sé il vuoto ed (inevitabilmente) una sua versione dei fatti che non ha convinto in molti. Quasi nessuno.
Alzi la mano, di nuovo, chi ci ha capito qualcosa. E cioè come sia possibile arrivare, fare proclami, godere della fiducia di una città, annunciare, dire, fare e baciare e poi finire così. Senza che nessuno abbia controllato nulla prima, durante e dopo. Mistero. Ma non è la prima volta che accade. Nel mondo del calcio italiano si ricordano molte altre situazioni simili. Purtroppo, in primis, per i tifosi.
Ciò che rende il mondo paese è però altro. Dall’Inghilterra, infatti, rimbalza una notizia, diciamo così, interessante. E cioè della crisi societaria che attanaglia il Bangor City, squadra del campionato gallese. L’ha riportata la BBC qualche giorno fa, ponendo al centro della questione il proprietario del club. Vale a dire…Domenico Serafino. Sì, proprio lui.
Che ovviamente si è giustificato, anche perché sembra che la lega calcio del Galles abbia convocato squadra e staff per vederci più chiaro. E sembra pure che ci sia un’azione legale di mezzo, volta al recupero di stipendi non corrisposti.
Latitudini diverse, storie simili. Per un mondo che a volte diventa paese. Soprattutto nelle storture.
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