«All’improvviso, da un giorno all’altro, scopri di non essere più il presidente della Provincia di Ascoli. Una situazione paradossale che riguarda non solo il sottoscritto ma tanti colleghi di altre Province prossime alle elezioni, che hanno appreso quasi per caso di non poter più esercitare le proprie prerogative istituzionali. L’impossibilità di continuare a svolgere le funzioni fino alla scadenza elettorale del 18 dicembre è stata stabilita attraverso il parere di un funzionario del Ministero dell’Interno, secondo il quale i sindaci uscenti non rieletti nel loro Comune decadono dall’incarico di presidenti della Provincia».
È il commento amaro di Sergio Fabiani, ex sindaco di Montegallo e presidente della Provincia che a breve lascerà il suo posto. Fino alle elezioni di dicembre il suo posto verrà preso da Luigi Capriotti, attuale vice sindaco e assessore di Acquasanta Terme, nonchè consigliere provinciale. Proprio tra i consiglieri viene scelto il “traghettatore” di Palazzo San Filippo fino alla nuova tornata elettorale. Scelta che, in questo caso, vede appunto in pole il 66enne esponente di Fratelli d’Italia.
«Eppure un recente decreto legge, convertito in legge, sosteneva che le elezioni provinciali si dovessero svolgere entro 60 giorni dalle amministrative e che gli organi sarebbero stati prorogati per questo tempo -continua Fabiani–. Una indicazione corroborata da una nota esplicativa diffusa dall’Unione Province Italiane, che faceva seguito ad una riunione della Conferenza Stato Città e Autonomie locali. Nel documento venivano forniti chiarimenti, “concordati con il Ministero dell’Interno” su queste due questioni essenziali. La prima riguardava la proroga di tutti gli organi in carica, presidenti e consiglieri, anche in caso di decadenza per cessazione di mandato da sindaco o consigliere comunale, fino allo svolgimento delle elezioni provinciali. In secondo luogo la nota indicava inoltre che la giornata di elezioni sarebbe stata uguale per tutte le provincie italiane: il 18 dicembre. Una nota valida fino a provvedimento contrario, poi superata da un parere interpretativo che sostiene che i sindaci non rieletti, decadono automaticamente il giorno delle elezioni».
«Tutti gli organi istituzionali possono operare in regime di prorogatio dal Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo – prosegue ciò non sembra valere per i presidenti di Provincia. Ritengo che in questo brevissimo periodo di transizione sarebbe stato più proficuo e utile per la comunità proseguire nell’assicurare l’attività amministrativa evitando complicazioni istituzionali. Da parte mia c’è stata sempre la volontà di servire al meglio i cittadini nel pieno rispetto della normativa vigente. E certo non pensavo di decadere dal mio incarico in modo così inaspettato con appena due mesi di anticipo dalla scadenza elettorale. Restano comunque garantiti il mio impegno e la collaborazione in questo delicato momento di passaggio istituzionale».
«Nell’occasione -conclude Fabiani- vorrei ringraziare sentitamente tutti i consiglieri provinciali con cui ho condiviso il mandato elettorale di 3 anni, la Prefettura, la Regione, le autorità ecclesiali, i responsabili delle Forze dell’ordine, delle Forze armate, dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile, i colleghi sindaci, tutti i rappresentanti delle componenti sociali ed economiche del territorio, con cui ho avuto l’onore di collaborare e lavorare in sinergia per la comunità. Vorrei esprimere la mia gratitudine e apprezzamento nei confronti dei segretari provinciali, i dirigenti e tutti i dipendenti dell’ente che con abnegazione e professionalità hanno reso possibile la realizzazione di numerose progettualità, interventi e servizi per lo sviluppo del territorio. Infine, il mio pensiero va a tutti i cittadini della nostra provincia che con grande laboriosità e senso civico hanno affrontato momenti difficili come il percorso della ricostruzione post sisma e la pandemia».
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